ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Liberazione
(Sezione:    IL PARTITO     Pag.    18)
Domenica 21 novembre 2004

Francesco Piobbichi - responsabile nazionale droghe

Dall'11 al 18 dicembre una settimana di mobilitazioni per contrastare la legge Fini-Mantovano

 

 Droghe, no alla crociata della destra

 


 

Alla fine ci siamo arrivati, giovedì è iniziato l'iter istituzionale per l'approvazione della legge Fini-Mantovano sulle droghe. Dobbiamo riconoscere che questa legge tocca le corde più sensibili della nostra società e lo fa in maniera pragmatica, in un momento in cui l'ansia e l'insicurezza sociale sono un elemento strutturale della crisi del processo neoliberista, le campagne d'ordine che creano il nemico perfetto di turno sono il valore aggiunto necessario per tentare di superare da destra la fase che si è determinata. Questa crociata contro le droghe, di fatto contro i "drogati", che siano semplici consumatori o dipendenti, è l'esempio più evidente del tentativo egemonico delle élites dominanti di rilanciare un modello di società regressivo ed autoritario che declina la questione dei diritti a favore del concetto di sicurezza.

Il serpente che si alimenta mordendosi la coda è la metafora di questo processo, che ha investito il nostro paese da anni, e che ha visto parti consistenti della sinistra in grave ritardo nella sua comprensione, o peggio ancora, scendere nella competizione nel terreno securitario con la destra.

Non possiamo pensare quindi di scomporre una questione dalle altre, una logica di fondo lega la proposta di legge Fini sulle droghe alla legge 30, alla riforma Moratti, alla Bossi-Fini, alla dismissione del welfare e via di seguito.

Penso pertanto che il nostro investimento politico su questo versante debba essere elevato, articolandolo su tutti i livelli istituzionali e non della nostra mobilitazione.

Se vogliamo fare questo però dobbiamo innanzitutto risolvere un problema di linguaggio che è centrale in questo nostro percorso. Questa legge, a cavallo delle regionali, è pensata per un target che sicuramente non verrà alle nostre street parade antiproibizioniste, per il quale messaggi del tipo "tutte le droghe sono uguali", detti dallo stregone di turno in tv, sono molto più efficaci e comprensibili delle argomentazioni scientifiche che possiamo opporre contro chi vuole riempire ancora di più le carceri di consumatori.

In questa fase insomma dobbiamo evitare che la nostra comunicazione politica sull'argomento scivoli nella schematizzazione che a volte ci impone il campo mediatico. Per costruire una massa critica attorno alle nostre proposte occorre moltiplicare nei territori la convergenza di più sensibilità che avvertono come inaccettabile la risposta repressiva, il Cartello ConfiniZero ha lanciato assieme a noi una settimana di mobilitazione dall'11 al 18 dicembre che va in questa direzione.

Dove abbiamo le forze occorre organizzare una serie di incontri (ad esempio nelle scuole, non solo con gli studenti, ma anche con insegnanti e genitori) nei quali il dibattito scientifico e quello politico s'intreccino, solo in questa maniera possiamo spiazzare la nostra controparte che dovrebbe scendere a confrontarsi nella complessità di un fenomeno con un'impostazione ideologica priva del piano della realtà.

Dobbiamo, insomma, sfidare la destra sul terreno dell'egemonia culturale, costruendo un processo che dal basso contrasti oggi la legge Fini e che domani continui superando la normativa attuale nella coscienza diffusa del paese prima ancora che in Parlamento.


    

 

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