ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Liberazione Venerdì 19 aprile 2002

Angela Nocioni

Bossi-Fini, il governo rifiuta lo stralcio delle norme sul diritto d'asilo e chiude la porta in faccia ai profughi. Furioso scontro Lega-Ccd su colf e badanti

 

Divieto d'accesso ai rifugiati


 

Niente stralcio delle norme sul diritto d'asilo dal disegno di legge Fini-Bossi. Lo ha detto, a nome del governo, il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. A chiedere lo stralcio, insieme alle opposizioni, anche Amnesty international e l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati. Ruud Lubbers, Alto commisario dell'Achnur, la scorsa settimana aveva appositamente incontrato Mantovano. Da Palazzo Chigi l'effetto porta in faccia viene ammorbidito con vaghe rassicurazioni sull'introduzione di garanzie. Ma davvero non si capisce cosa possa essere garantito da una normativa inumana che incarcera il richiedente asilo fino all'ottenimento del permesso e, in caso di rigetto della domanda, arriva a pretendere il rimpatrio forzato immediato. Si può sempre ricorrere dal Paese d'origine, argomenta la maggioranza. Come se un rifugiato in fuga potesse agevolmente presentare ricorso attraverso le istituzioni del governo che lo perseguita. Senza considerare poi che il richiedente asilo espulso e rimpatriato finisce dritto dritto in carcere. Dalla sua bella stanza di tortura, deve aver pensato Palazzo Chigi, avrà tutto il tempo di meditare sul ricorso.
Al rifiuto dello stralcio l'opposizione è insorta. Anche i Ds («posizione grave e irragionevole» si indigna Leoni), al cui vecchio governo di centrosinistra si deve quella legge 40 sull'immigrazione (relatori Livia Turco e Giorgio Napolitano) che istituì i centri di detenzione temporanea per stranieri dove adesso Bossi e Fini vogliono infilare pure i richiedenti asilo raddoppiando i tempi di prigionia.

Ieri è stato anche il giorno in cui la Lega ha tentato l'affondo sui badanti. Al Carroccio proprio non va giù il compromesso obbligato con i cattolici della maggioranza che hanno preteso e ottenuto la mano leggera su collaboratori domestici e assistenti familiari. La Lega non solo ha depositato l'emendamento che pone il tetto di una sola badante per famiglia, ma non vuole nemmeno sentir parlare di due lavori stranieri regolarmente assunti in una sola casa. Chi intende siglare un contratto per lavori di pulizia e uno per assistenza domestica dovrà scegliere: o l'uno o l'altro. «Altrimenti gli conviene mandare il malato in un istituto pubblico, almeno risparmiano» è la spiegazione di Fontanini. Può bastare? Non basta. Si pretende anche che la regolarizzazione non sia consentita nei nuclei in cui uno dei coniugi non lavora fuori casa o non ha ancora compiuto 65 anni.

Il Ccd, che tanto ha dovuto penare per convincere i colleghi di governo a chiudere un occhio sulla "minisanatoria delle colf", non pare disposto a farsi sbeffeggiare oltre. «La maggioranza - avverte in una nota - non può essere considerata un autobus da cui si sale o si scende». Niente «veti e ricatti». Altrimenti «venendo meno l'accordo su questo punto, verrebbe meno il sostegno all'intero disegno di legge». Vedremo se è vero.

 

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