ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su la Repubblica
(Sezione:        Pag.  3   )
Lunedì 20 Ottobre 2003

BARBARA JERKOV

Mantovano, sottosegretario all'Interno: preccupati si, ma non alimentiamo la paura

 

"Vigilanza al massimo livellio anche senza minacce di Osama"


 

Roma - Osama Bin Laden micaccia l'Italia. Dobbiamo avere paura onoarevole Mantovano? «Cominciamo proprio con il bandire questo terrmine: paura» risponde il sottosegretario all'Interno . «Altrimenti sì che faremo il gioco dei terroristi. Non chedono di meglio che condizionare le nostre vite. Non dibbiamo offrire loro questa collaborazione, per quanto oggetiva e assolutamente involontaria.

Non vorrà dire che il Viminale si comporta come se nulla fosse?
«Naturalmente no, ma la parola giusta da usare deve essere semmai preocupazione. Quella c'è, ed è giusto che ci sia, per l'obiettiva minaccia che il terrorismo islamico rappresenta per l'occidente. La preocupazione implica l'adozione di contromisure, ed è esattamente ciò che l'Italia sta facendo, e non da oggi»

Come gli aresti dell'altra notte?
«Non confondiamo. Questi ultimi arresti non hanno niente a che fare con il proclama di Bin Laden, sono avvenuti nell'ambito di un'operazione delle forze di polizia su richiesta delle autorità marocchine»

In cosa consistono, allora, le contromisure adottate dalle autorità italiane?
«Già da due anni ci siamo dati una legislazione che ci ha dotato di strumenti giuridici ed operativi più efficienti. In passato ad esempio, esistevanoi solo figure di reato come l'associazione mafiosa o l'associazione per delinquere semplice, che non si adattavano sempre bene a questo tipo di realtà. Dopo l'11 settembre è stato varato il decreto antiterrorismo che ha introdotto l'associazione di tipo terroristico. Non si tratta di un mero tecnicismo, ma di una norma che consente di usare tutta una serie di strumenti di indagine collegqti, dalle perquisiszioni alle intercettazioni, e anche di adottare sanzioni più significative»

Sono state sviluppate particolari professionalità investigative?
«L'atività repressiva contro il terrorismo islamico viene svolta con punte d'eccellenza a Milano, dove si è consolidata un'esperienza specifica. I pm milanesi sono in contatto continuo con gli Usa e sono anche andati più di una volta a Guantanamo. Al di là dell'attività repressiva, c'è poi un 'attività di prevenzione costante che si muove anzittutto nel raccordo delle informazioni fornite dai nostri servizi con quelle dei servizi degli altri paesi, e poi nel raccordo fra i servizi e le forze di polizia. Nessuno può dire: al 100% in Italia non succederà mai niente. Però finora questo sistema ha funzionato»

Adesso però c'è una vera e propria dichiarazione di guerra di Bin Laden. Vi coglie di sorpresa o invece i nostri servizi segreti avevano già allertato il Viminale?
«Quel video non sposta di nulla ciò che già si conosceva e quindi l'attività di prevenzione in atto. Non c'è niente di nuovo da un punto di vista sostanziale e dunque nelle informazioni dei servizi segreti».


    

 

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