ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su QN
Il GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE

(Sezione:  IL GIORNO  Pag.  11   )
Martedì 25 Febbraio 2003

di Alessandro Farruggia

L'INTERVISTA I sottosegretario Alfredo Mantovano :«Il Parlamento deve convertire in legge al piu presto I prvvedimento contro i vandali degli stadi»

«Ma un partito trasversale vuole affondarlo»


ROMA -«Sulla base delle dichiarazioni lette, non credo che la conversione del decreto sarà esattamente una passeggiata...». Non si fa illusioni il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano di An: le prime opposizionì già si sono manifestate, ma sottotraccia in Parlamento c'è una più ampia opposizione trasversale al provvedimento contro la violenza negli stadi.

Teme che si possa ripetere quanto successo neI 2001 e che il decreto finisca affondato dai garantisti degli stadi?
«Mi auguro e spero che il Parlamento converta il decreto nella sua pienezLa. Ciò detto, se qualcuno in ossequio alle lobby degli ultras pensa che queste sono leggi liberticide e vanno tolte di mezzo il governo non potrà che rispettare la volontà del Parlamento. Però a questo punto la responsabilità sarà di qualcun altro e non del governo, che dovrà continuare a impiegare negli stadi massicci quantitativi di forze di polizia, distratte da altri compiti. Il che significa che per mantenere la pace negli stadi si rischia una diminuzione della sicurezza. C'è il massimo rispetto per le decisioni del Parlamento, ma l'importante è che tutii si assumano le proprie responsbilità».

Tra i contrari c'è il verde Paolo Cento, ma anche il suo compagno di partito Teodoro Bontempo...
«L'altra volta il decreto è cambiato non solo grazie a Buontempo e Cento. I Voti erano anche di molti altri».

AI di là della conversione del decreto, i fatti di queste ore sollevano altri interrogativi. Per esempio: tutti e tre gli arrestati di Torino erano diffidati, ma non avevano l'obbligo di firma. Non pensa che questa gradazione delle sanzioni offra ai diffidati la quasi certezza di impunità se vanno lo stesso allo stadio? Non sarebbe meglio abbinare sistematicamente la ditflda all'obbligo di firma?
«Questo lasciamolo decidere di volta in volta alle autorità che devono applicare le sanzioni e che possono valutare sulla base del caso concreto. Certo, oggi, con l'arresto differito nelle 36 ore, c'è uno strumento in più che in passato non esisteva e che farà da deterrente nei confronti di chi pensasse di violare la diffida».

La scorsa legislatura si discusse dell'opportunità di far pagare alle società calcistiche parte degli ingenti costi che Io Stato deve sopportare per garantire la sicurezza negli stadi. Lei che ne pensa?
«Nella vigilanza fissa dei palazzi di giustizia oggi si sta utilizzando in modo progressivo la vigilanza privata con oneri ripartiti tra ministero della Giustizia e Comuni nei quali sorgono le strutture. Questo per dire che non è assurdo in via di principio ipotizzare una ripartizione dei costi tra i soggetti che beneficiano della prestazione di sicurezza. Ma un discorso di questo genere non può essere imposto dall'alto: deve essere frutto della collaborazione con le società».

Da più parti si segnala la presenza di infiltrazioni nelle curve da parte di estremisti politici. E' preoccupato che qualcuno possa fare proselitismo?
«A mio avviso il rischio non è tanto il proselitismo quanto il fatto che in una minoranza di stadi vi è la strumentalizzaione della partita da parte di gruppi che non hanno nulla a che fare con la tifoseria. Questi gruppi utilizzano le condizioni ambientali nelle quali si svolge la partita, per fomentare e scatenare la violenza. Mi auguro che tutti, a cominciare dalle associazioni dei tifosi, anche quelle più passionalì, isolino il più possibile questi soggetti».


 

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