ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su il Giornale
(n. 6       Pag.     9)
Lunedì 6 febbraio 2006

 

 

 

 In Puglia famiglie e coppie gay uguali per legge

La Margherita in difficoltà punta a un nuovo rinvio. Ma il governatore comunista vuole bruciare i tempi: «Possibili solo correzioni nominalistiche»


 

da Bari

«Realizziamo un grande disegno». Nichi Vendola esulta sulla prima pagina di Liberazione, quotidiano di Rifondazione comunista: oggi la giunta regionale pugliese dovrebbe varare il disegno di legge sui servizi sociali, la prima in Italia a equiparare alla famiglia le unioni di fatto, sia etero che omosessuali.

Il disegno di legge (che poi passerà al Consiglio regionale per il dibattito e il voto finale) è stato preparato per mesi e più volte ritoccato, soprattutto su impulso della Margherita, che criticava le prime stesure, giudicate troppo sbilanciate. Vendola difende la scelta di tutelare anche «coloro che scelgono di convivere al di fuori del matrimonio e quindi costituiscono nuclei di convivenza che magari ha figli e rappresenta da questo punto di vista una questione che non può più essere riconsegnata all'invisibilità». Si tratta - spiega il governatore - di «una fenomenologia della convivenza che naturalmente non rappresenta ciò che la nostra tradizione giuridica definisce famiglia ma rappresenta un pezzo di realtà che chiede di non subire più di una discriminazione. Non ci siamo rinchiusi in una versione laicista ma ci siamo sforzati di costruire una visione alta». La riunione di giunta sarà preceduta da una riunione della Margherita e da un vertice di tutti i capigruppo di maggioranza. Il partito di Rutelli potrebbe chiedere un nuovo rinvio. Ma Vendola non sembra disposto a concederne, pur non chiudendo la porta a ulteriori correzioni «nominalistiche».

Il presidente di Rifondazione comunista e l'assessore Ds alle politiche sociali, Elena Gentile, ripetono che quella di oggi è la data definitiva per l'approvazione.

La Margherita chiede in particolare che nel testo di legge scompaia la parola «famiglie», al plurale, e che essa venga sostituita con «famiglia», al singolare. Secondo la Margherita, insomma, non si può equiparare la famiglia ad ogni altro tipo di unioni, quali che siano. «Non vogliamo - ha sempre detto l'assessore Gentile - definire con il plurale diverse forme di famiglia; nel testo affermiamo che i servizi sociali vengono estesi alle famiglie e ad altri nuclei di persone».

Il Coordinamento per la difesa della famiglia protesta e chiama a raccolta tutto il mondo cattolico. «La famiglia non si tocca» è lo slogan comparso ieri su un'inserzione a tutta pagina su un quotidiano locale, il Corriere del Mezzogiorno. La campagna partita sul sito Internet www.pugliafamiglia.it fa seguito agli appelli lanciati da Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo di Lecce ed esponente più rappresentativo della gerarchia cattolica in Puglia.

Il centrodestra attacca. Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno di An, sostiene che «al di là delle polemiche, la giunta Vendola paga la sua cambiale estremista alle frange più radicali che la sostengono sulla pelle delle famiglie». «Nei giorni scorsi - ricorda Mantovano - Vendola e Gentile hanno provato a ridimensionare la portata del disegno di legge che intendono far approvare dalla giunta pugliese, sostenendo che si tratta di un intervento complessivo sui servizi sociali, e non di qualcosa che riguarda esclusivamente la famiglia. Ma proprio quest'argomento sottolinea il carattere ideologico dell'estensione ad altre forme di convivenza, incluse le coppie gay, di quel che è previsto in tema di servizi sociali per la famiglia».


    

 

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