ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: LA GAZZETTA DI LECCE     )
Martedì 25 maggio 2004

Daniela Pastore

Dati allarmanti da un’indagine condotta sul rapporto fra i ragazzi (dai 19 ai 24 anni) e le «party drugs», le cosiddette droghe da evasione

 Ballo e «sballo», così l’ecstasy dilaga

L’11 per cento dei giovani a contatto con le pasticche e un altro 14 in un’area a rischio


 

Una pasticca di ecstasy per «sballarsi», un «tiro» di cocaina per passare una notte da leoni. Un'esperienza a cui si avvicina almeno una volta nella vita il dieci per cento dei giovani leccesi, mentre un altro 14 per cento ammette di averla vissuta indirettamente tramite gli amici che ne fanno uso.

E' il risultato di una ricerca finanziata dal ministero dell'Interno nell'ambito delle iniziative per la lotta alla droga e realizzata in parallelo in quattro province italiane: Lecce, Cagliari, Bergamo e Vicenza. I dati dell'indagine, che ha scandagliato il rapporto tra i giovani e le party drugs, le cosiddette droghe da evasione (ecstasy, amfetamine, Lsd, cocaina, ketamina, popper) sono stati presentati ieri mattina, all'hotel Tiziano, nell'ambito del convegno «Tempo libero dalle droghe», a cui ha preso parte anche il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano. Nella realizzazione della ricerca, effettuata nell'estate del 2002, la Prefettura di Lecce si è avvalsa della collaborazione della Comunità Emmanul e della società di consulenza Emme&erre di Padova. Per avere un quadro più dettagliato, sono state elaborate due distinte ricerche: la prima, su 329 giovani di età compresa tra 19 e 24, presi a campione in undici comuni della provincia, ha quantificato la diffusione del consumo di ecstasy tra i giovani leccesi; la seconda ha invece cercato di conoscere meglio chi fa uso di droga, intervistando 398 ragazzi direttamente nei luoghi del divertimento notturno, dicoteche, pub, bar, dove il consumo è più alto.

Cominciamo dai risultati della prima indagine (dei dati della seconda riferiamo accanto). In primis, la diffusione del problema: l'11 per cento dei giovani leccesi vive un'esperienza di contatto diretto con l'ecstasy, come consumatore (non meno del 3 per cento) o perché frequenta amici che la assumono. Se si considera anche il 14 per cento dei giovani che, anche senza frequentarli assiduamente, ha amici che usano ecstasy, si ottiene un 25 per cento di popolazione a rischio. L'incidenza della diffusione risulta omogenea sul territorio. Chi si impasticca? La disoccupazione, propria o dei genitori, sembra in qualche modo avvicinare al mondo dell'ecstasy, ma anche i disagi in famiglia, la mancanza di una delle figure parentali, aumentano la vulnerabilità alla droga. Irrilevante sembra invece il livello di scolarità, sia personale che familiare.

Perché ci si avvicina? In primo luogo per noia (si dichiara molto annoiato il 35,3 per cento dei consumatori, contro il 15 di chi non ne fa uso), ma anche per provare sensazioni forti e per desiderio di trasgressione. I risultati dell'indagine evidenziano come vi siano luoghi più frequentati dai consumatori, dove è più facile venire a contatto con le party drugs: la discoteca, innanzitutto, frequentata da circa la metà dei consumatori di «pasticche» (il 46 per cento), un valore che scende al 27 per cento tra chi non ne fa uso. Ma poi anche le feste private, i pub, le sale giochi.

Che idea hanno i ragazzi di questa sostanza? E' stato chiesto loro di collegare la parola ecstasy ad un'immagine. La maggioranza l'ha associata alla droga (12 per cento), ma anche alla discoteca (11), alla morte (23 per cento), al pericolo (9 per cento). Alla domanda: «l'ecstasy può avere effetti positivi?», il 14,3 per cento di chi ne fa uso ha risposto affermativamente, elencando come sensazioni positive euforia, felicità, forza. L'esistenza di effetti negativi è invece riconosciuta dal 92,2 per cento: dipendenza, allucinazioni, cambiamenti di umore, danni celebrali, aggressività. Nonostante ciò, le «pasticche» dello sballo esercitano una forte attrazione sui giovani. Il 6 per cento di chi non si è mai «sballato» non esclude la possibilità di consumare ecstasy in futuro. Valore che sale al 12,2 per cento tra chi frequenta amici che ne fanno già uso.

I giovani leccesi sono poi molto informati sugli effetti collaterali del consumo di party drugs: all'80 per cento degli intervistati è infatti noto che l'ecstasy provoca attacchi di panico, a più del 70 per cento che compromette la percezione sensoriale, al 90 per cento che l'assunzione contemporanea con altre sostanze aumenta i rischi. Il 94,5 per cento riconosce, infine, la sua pericolosità e l'80 per cento ritiene che possa causare la morte. Ma l'aver sviluppato la percezione del rischio non allontana nè avvicina al consumo. Un atteggiamento che evidenzia una sorta di schizofrenia tra conoscenza e azione nelle giovani generazioni.


    

 

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