ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Gazzettino
(Sezione:        Pag.     )
Giovedì 9 ottobre 2003

Andrea Bianchi

Il progetto del leader ha colto tutti di sorpresa soprattutto perché non c’è stato un dibattito interno. Finita nel cestino una lettera di protesta preparata da un gruppo di parlamentari

An si spacca e La Russa fa il "pompiere"

Dopo un giorno di scintille e un vertice d’urgenza, il coordinatore difende il "capo" e annuncia un progetto di legge per concedere il voto


Contrordine, camerati. Nel gruppo di An a Montecitorio, ieri mattina, si è sfiorata la rivolta contro l'uscita di Gianfranco Fini sul voto agli immigrati: una lettera di protesta raccoglie quasi sessanta firme, prima che il coraggio venga meno e il testo finisca nel cestino. Poi il coordinatore Ignazio La Russa ci mette una pezza, convoca i vertici del partito e annuncia una proposta di legge di An sulla controversa materia.

Tra i deputati lo sconcerto era assoluto. Facce lunghe, braccia allargate, ma anche irritazione, rabbia, perché i rappresentanti del popolo nulla sapevano dell'iniziativa del leader: non se n'era mai parlato. Strappa qualche sorriso sforzato il simpatico sfottò di un collega diessino («Tranquilli, neanche a noi D'Alema dice mai niente»). Il morale dei deputati di An resta dove l'ha spinto l'esternazione di Fini: a terra. Dà un'idea del clima Maurizio Saia, assessore alla sicurezza del Comune di Padova: «Quattro anni fa - racconta - avevo proposto di creare un circolo di An con aderenti extracomunitari. Allora il coordinatore regionale, sentiti i vertici nazionali, mi disse di no. Io capisco l'esigenza di investire sul futuro, ma bisogna parlarne, dare il tempo alla base di capire».

Il coordinatore regionale in carica, Alberto Giorgetti, sembra ancora più afflitto dei colleghi e si rifugia nel «no comment», salvo poi illuminarsi quando ricorda le battaglie condotte contro i blitz ecumenici della sinistra, che ai tempi della Turco-Napolitano voleva dare il voto agli immigrati. Storace diceva di riconoscersi nel titolo di ieri del Manifesto: «Non ci posso credere». A dire il vero, ieri mattina la scintilla della «rivolta» stava per trasformarsi in incendio. Due «gasparriani» come Tommaso Foti e Alessio Butti avevano raccolto quasi sessanta firme (su 94 deputati) in calce ad una lettera che rimproverava a Fini l'assenza di qualsiasi «confronto preventivo». Poi qualcuno ha chiesto di renderla più dura, altri di ammorbidirla. Il coraggio è venuto meno e la lettera è stata stracciata dallo stesso Butti.

In extremis, La Russa convoca in via della Scrofa un «forum» per affrontare il tema con i capigruppo di Camera e Senato, Anedda e Nania, i sottosegretari Mantica (Esteri) e Mantovano (Interno), il responsabile immigrazione di An, Landi. Risultato: un gruppo di lavoro di An preparerà un progetto di legge sul voto agli immigrati e non voterà nessuna proposta già in itinere, tanto meno quelle presentate dalla sinistra. «Fini - spiega La Russa - non ha detto che domani c'è il voto degli immigrati, ma solo che sono maturi i tempi per la discussione. La nostra cultura non è mai stata xenofoba». Il ministro Gasparri resta «pacatamente contrario». E La Russa lo comprende: «Ha dato giustamente voce a una parte del partito colto di sorpresa da dichiarazioni lette non integralmente».


    

 

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