ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Gazzettino
(Sezione:        Pag.     )
Sabato, 28 Gennaio 2006

B.d.V

LA POLITICA

  

 Per il centrodestra è la solita sinfonia




 

Roma NOSTRA REDAZIONE

Che noia, è la stessa sinfonia anche quest'anno, la solita difesa corporativa, di casta: Isabella Bertolini (Fi,foto in alto) commenta così il discorso con cui il Primo presidente della Cassazione, Nicola Marvulli, ha aperto ieri l'anno giudiziario. Quella della Bertolini è poi la posizione diffusa, con qualche sfumatura, nel centrodestra. Del resto, lo stesso Berlusconi aveva commentato così, dai microfoni di «Radio radio», l'obbligo istituzionale di presenziare alla cerimonia: «Vado all'inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione: sono due ore dedicate a un fatto istituzionale dentro il quale io sì avrò informazioni interessanti e la mia mente lavorerà sulle cose che devo fare, ma che sono un tempo sottratto al lavoro di governo».

Per la Cdl, Fragalà (An) sostiene che Marvulli è addirittura contraddittorio quando afferma che il sistema fa acqua da tutte le parti, ma poi rifiuta le riforme che quel sistema vorrebbero cambiare. Opposta, va da sé, è la valutazione del centrosinistra - da Di Pietro (foto sotto) a Bertinotti - che coglie l'occasione per tuonare contro i provvedimenti inutili, sbagliati e dannosi, inventati dal centrodestra solo per mettere un guinzaglio ai magistrati. Per il verde Cento, la «requisitoria di Marvulli certifica il fallimento delle politiche del governo sulla giustizia».

Insomma il solito muro contro muro che si ripete, puntuale, ad ogni inaugurazione di anno giudiziario. Le posizioni non mutano, da anni. Da una parte la Cdl, dall'altra i magistrati, fiancheggiati dall'opposizione. Ma Mantovano (An, sottosegretario alla Giustizia) è per la diplomazia e spiega: «La Procura della Repubblica è l'unico ufficio giudiziario gerarchico: il Procuratore capo ne assume la piena responsabilità. La riforma dell'ordinamento giudiziario ha fornito strumenti concreti perché questa responsabilità sia esercitata realmente, superando resistenze e ostacoli che, all'insegna di una malintesa autonomia da parte di singoli sostituti Procuratori». Anche la Bertolini difende le riforme volute dal ministro Castelli, e parla di leggi «sacrosante, bastioni di civiltà giuridica». Per Follini (Udc) è tempo di dire basta alle polemiche e di lasciare che si esprimano, nel segreto delle urne, i cittadini. Come dire che quanto ha fatto la Cdl, anche sul fronte della giustizia, è sotto gli occhi di tutti. Ed Erminia Mazzoni (responsabile giustizia Udc) sottolinea come sia stato «forte il segnale del Primo presidente Marvulli con il richiamo alla professionalità e all'indipendenza della magistratura per affrontare le gravi debolezze del sistema giustizia».

Ma l'opposizione non perde la ghiotta occasione per raccogliere le critiche di Marvulli e scagliarsi contro la Cdl. Tutti d'accordo, a sinistra, nello stigmatizzare l'azione del governo. Per Brutti (Ds), il Guardasigilli «vive in un altro pianeta». Per Di Pietro (Idv), Castelli «dice il contrario della realtà». Secondo Anna Finocchiaro (Ds), il cahier de doleances di Marvulli dimostra che il centrosinistra ha ragioni da vendere. Bertinotti (Prc) dichiara: «Nei comportamenti del governo sulla questione del diritto c'è stato un metodo nell'apparente pazzia, ed è quello di costruire una giustizia di classe, debole con i forti e forte con i deboli. Basterebbe guardare alla ex Cirielli e alla cancellazione del falso in bilancio. Una politica in termini di diritti di classe produce i suoi effetti disastrosi». A tirare le conclusioni è Giuliano Pisapia (Prc, coordinatore del programma sulla giustizia per centrosinistra), il quale assicura: «L'Unione ha un progetto di riforme nel campo del diritto civile e penale che, in tempi ragionevoli, potrà modificare totalmente l'attuale situazione di coma quasi irreversibile dello stato della nostra giustizia e iniziare quel percorso necessario per restituire ai cittadini una giustizia degna di questo nome».


    

 

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