ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL GAZZETTINO
(Sezione:      e        Pag.     )
Domenica, 18 Gennaio 2004

B.d.V.

IL GUARDASIGILLI Basta con disfattismi e polemiche. Ma è vero che le riforme stanno andando a rilento. Però il lavoro svolto finora è buono, lo dimostrano i numeri

Il ministro Castelli tenta la strada del dialogo

Il sottosegretario Mantovano: «L’attentato all’autonomia dei magistrati viene dall’interno della stessa categoria»


 

Roma

NOSTRA REDAZIONE

Basta con il disfattismo, con il pessimismo che fa sempre notizia. Basta con l'autolesionismo dei «polli di Renzo». Basta con le «polemiche del tutti contro tutti che si risolvono in unico messaggio che perviene ai cittadini, quello di una giustizia inefficiente, inaffidabile, screditata e politicizzata». Serve tutt'altro: una giustizia autorevole, non autoritaria. Roberto Castelli approfitta dell'inaugurazione dell'anno giudiziario per rilanciare la sua offerta di dialogo ai magistrati, da mesi sul piede di guerra. Il Guardasigilli - che smentisce di aver dato dei Cobas ai giudici come titola un quotidiano - non nega certo i tanti, troppi problemi (primo tra tutti, a suo giudizio, la lentezza dei processi) e ammette che le riforme stanno marciando a rilento. Ma vorrerrebbe anche parlare del lavoro svolto. Lo fa da buon ingegnere, offrendo cifre, dati, numeri: «Nel 2002 in sede penale sono stati esauriti circa 2 milioni e 500 mila procedimenti, in sede civile 2 milioni e 544 mila cui si devono aggiungere un milione e 142 mila procedimenti davanti al giudice di pace».

Insomma siccome c'è tanto da fare, secondo il Guardasigilli, sarebbe meglio farlo tutti insieme, senza litigare. Prioritario, ad esempio, è tentare di accorciare i tempi giudiziari. Ecco Castelli e i suoi dati «ottimistici». Dichiara: «Nel 1960, un processo civile durava mediamente per un singolo grado di giudizio 476 giorni, nel 1970, 646 giorni, nel 1990, 773, nel 2000, 824 giorni in un crescendo che nessuno si è mai preoccupato o non è mai riuscito a fermare». Poi c'è la cronica mancanza di fondi. Per Castelli, lo stanziamento del governo per la giustizia è più che sufficiente: «I dati dimostrano che, per il 2004, ci sono più fondi di prima». Ma aggiunge, amaro, che le voci di spesa aumentano a livelli esponenziali. Un esempio? «Le intercettazioni costavano 150 milioni di euro nel 2001, ora siamo arrivati a 350. Da 32 mila sono passate a 74 mila». Quanto all'edilizia giudiziaria, il governo ha approvato 69 progetti. Numeri anche su magistrati e impiegati: i primi sono passati, in tre anni, da 8 mila 659 a 9 mila e 37, i secondi sono aumentati di 1.674 unità».

Tocca al sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano parlare della riforma: «L'attentato all'autonomia dei magistrati viene dall'interno della stessa categoria». Mantovano definisce «perfettibile» la riforma. Ma la loda così: «Introduce un sistema di verifiche di professionalità a cui neanche la magistratura può sfuggire. Se un pilota di aerei si sottopone a costante verifica della propria professionalità e del proprio equilibrio psicofisico, non vedo per quale ragione un magistrato che può decidere della vita di una persona dando o negando un ergastolo, non debba, fatte tutte le distinzioni con i piloti di aerei, sottoporsi anch'egli ad un vaglio di professionalità e di equilibrio».



 

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