ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Gazzetino Mercoledì 15 maggio 2002

Andrea Bianchi


Immigrati, la maggioranza vacilla sulla sanatoria Centristi e Lega ai ferri corti. Passa alla Camera (con rissa) il decreto che permette la distruzione delle «carrette del mare»


Sanatoria sì, sanatoria no. Vacilla per qualche ora l'intesa di maggioranza sulla regolarizzazione di colf e badanti. Un emendamento dell'Udc al disegno di legge sull'immigrazione estende la possibilità a tutti i lavoratori e provoca l'ira della Lega. Ma il vicepremier Gianfranco Fini blocca gli ex Dc: la modifica «non fa parte degli accordi» di maggioranza. Intanto la Camera approva a maggioranza, in un clima di vera e propria rissa tra destra e sinistra, il decreto legge che consente la distruzione delle «carrette del mare» sequestrate.

All'origine delle nuove turbolenze sulla sanatoria, la proposta presentata da Bruno Tabacci (Udc, presidente della commissione Attività produttive) per sopprimere parte dell'articolo 29 con l'effetto di consentire l'emersione dal nero non soltanto a colf e badanti, ma a qualsiasi tipo di lavoratore. «Ho solo trasferito in emendamento - spiega Tabacci - il rilievo avanzato dalla mia commissione, non è una questione politica, ma istituzionale. Giovedì scorso - prosegue - la commissione ha votato a larghissima maggioranza, e con i soli due voti contrari della Lega, un parere nel quale si fa rilevare che la sanatoria dovrebbe essere estesa a tutti i dipendenti in nero delle aziende. Mentre Tremonti afferma che si deve far emergere il nero, ritengo che si debba sfruttare anche questa occasione, altrimenti si creerebbero problemi alle aziende. È una spinta che mi viene dalla mia commissione e che viene a noi dalle stesse aziende». Il parlamentare dell'Udc fa esplicito riferimento ad un'intervista del vicepresidente di Confindustria, Nicola Tognana. Mentre il capogruppo degli ex Dc, Luca Volonté, promette di difendere a spada tratta l'emendamento, che naturalmente piace all'Ulivo, i leghisti insorgono. «Sulla questione - ammonisce il capogruppo del Carroccio, Alessandro Cé - ci sono stati già due accordi. Non si può far sempre saltare tutto! È come far pensare che l'Italia è ancora per i clandestini il paese di Bengodi». Segue una minaccia neanche troppo velata: «Allora a noi non vanno bene le colf, l'unica regolarizzazione da attuare riguardava le badanti...». Anche i leghisti veneti sparano a zero. Il trevigiano Luciano Dussin accusa Tabacci di non avere il polso della situazione nel Nordest. «Da noi - osserva - le aziende non hanno più nemmeno un clandestino e tra l'altro ci sono 230 mila immigrati regolari iscritti al collocamento. Prima di regolarizzarne altri, si assumano quelli». Per il vicentino Luigino Vascon, la proposta Tabacci «ha sapore elettorale» e servirebbe «solo a premiare gli imprenditori disonesti». Presto la marea sale, e potrebbe travolgere la fragile intesa di maggioranza, se non intervenisse direttamente il vicepremier. «L'emendamento Tabacci - avverte Fini - solleva molte perplessità nel merito, perché si traduce in una sanatoria vera e propria ed è estraneo all'accordo politico raggiunto tra le forze della Cdl».

Di tutto il resto si riparlerà dopo il 26 maggio. Compreso il famoso emendamento sulle impronte digitali: nei prossimi anni, assicura il sottosegretario Mantovano, verranno prese non solo agli immigrati, ma «tendenzialmente» a tutte le persone «della cui identità non si ha certezza».

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