ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 4 aprile 2002

Valentino Losito

Il sottosegretario agli Interni sulle prospettive del partito di Fini

 

Mantovano: «An nel Partito popolare europeo solo quando sarà uscita la corrente di sinistra»


 

ROMA – Bari E' uno dei consiglieri più ascoltati di Gianfranco Fini e fa parte dell'ufficio politico che regge le sorti di Allenza Nazionale: Alfredo Mantovano, sottosegretario agli Interni, alla vigilia del congresso che si apre oggi a Bologna conferma la sua «indipendenza» rispetto alle tre correnti del partito.

Perchè non si riconosce in nessuna delle tre aree?
«Rispetto le correnti e ne difendo la legittimità ma confermo la mia scelta che, da sempre, è quella di non aderire a nessuna componente. Anche in questa tornata congressuale ho colto una tendenza abbastanza diffusa nella base di An di non risconoscersi per forza nelle correnti organizzate. Non vorrei apparire provinciale ma l'esito del congresso di Lecce (dove è stato eletto presidente Congedo, vicino alle posizioni di Mantovano n.d.r.) mi sembra in tal senso significativo»

A proposito di congressi locali, Lecce è l'unica federazione non conquistata dai «tatarelliani» di Destra protagonista: si sente in minoranza in Puglia?
«Se il discorso fosse numerico sarei in una terribile minoranza, forse dovrei fondare la corrente della Destra...asociale. In realtà non mi sento solo perchè, ripeto, questo congresso ha visto una larghissima partecipazione degli iscritti che spesso ha superato la logica dei gruppi contrapposti»

La rielezione di Fini è scontata, An celebrerà un congresso inutile?
«No. Questo congresso viene ad un anno dall'inizio della prima vera esperienza di governo della destra italiana. Sarà quindi un'occasione per fare un bilancio della nostra azione politica e per capire come inserirla in un contesto europeo che è il vero orizzonte del congresso»

In una recente intervista Fini ha detto che dopo il crollo delle ideologie in An convivono diverse culture politiche. Come evitare che diventi un partito supermarket?
«Il termine è felice nel senso che fotografa il rischio che il partito deve evitare. Non dobbiamo imitare i Ds che all'indomani dell'89 da blocco monolitico si sono trasformati appunto in un supermercato in cui ognuno trova il suo ma poi nessuno trova niente»

In quali valori oggi si identifica la destra?
«Il valore della persona e le sue proiezioni naturali e cioè la famiglia e i corpi sociali intermedi. Sono i valori del diritto naturale e sono di tutti quelli che nel mondo si collocano in posizioni di destra in senso lato. E' la posizione, per esempio, del presidente Bush che, senza voler sponsorizzare Berlusconi, ha parlato più volte della necessità di costruire una Casa delle libertà nel mondo»

An appare in marcia verso il Partito popolare europeo: a che punto è il cammino?
«Intanto va ricordato che nel Parlamento europeo sono vietate le «migrazioni» verso altri gruppi. Il problema è di contenuti. In tal senso è chiaro che non possiamo mettere veti ma certamente un'adesione non solo di An ma del gruppo dei conservatori europei non potrà avvenire fino a quando nel Ppe vi sarà la componente di sinistra. I passi non dobbiamo farli solo noi»

Gestione del partito: c'è chi propone un «triumvirato» e chi un coordinatore unico. Con quale proposta è d'accordo?
«All'indomani dell'insuccesso alle elezioni europee del 1999, Fini chiamò un gruppo di dirigenti (Gasparri, La Russa, Storace, Alemanno, Nania, Matteoli, Urso, Fisichella e Mantovano n.d.r.) a far parte di un ufficio politico che ha gestito i momenti più delicati della vita del partito. E' una squadra che ha funzionato e che può continuare a lavorare. L'ultima parola però spetta, ovviamente, a Fini».

 

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