ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGGIORNO
(Sezione:  PUGLIA E BASILICATA   Pag.  5 )
Domenica 30 giugno 2002

Nico Aurora

trani

L'arcivescovo di Lecce, mons. Ruppi, all'Assise del Mediterraneo
«Gli immigrati non sono nostri nemici 50 anni fa gli emigranti eravamo noi»



TRANI «La legge Bossi- Fini? Dobbiamo sperimentarla prima d'esprimere giudizi. La Turco-Napolitano l'abbiamo sperimentata ed ha mostrato i suoi lati positivi. Sulla nuova sarebbe il caso di sospendere ogni giudizio e, dapprima, verificarla». Così mons. Cosmo Francesco Ruppi, Arcivescovo di Lecce, intervenuto nel corso della «XII Assise del Mediterraneo», dedicata ai temi dell'immigrazione e conclusasi ieri a Trani, ha giudicato la proposta che il Parlamento dovrebbe approvare entro le ferie. Mons. Ruppi, tuttavia, ha rafforzato la sensazione che la Chiesa non tollererà misure restrittive che pongano in discussione la dignità umana «di chi oggi guardiamo quasi come un nemico, dimenticando che fino a cinquant'anni fa gli emigranti eravamo noi». Ruppi, riferendo cifre che qualificano l'Italia come dodicesimo Paese, dei quindici dell'Unione Europea, per accoglienza di extracomunitari, ha commentato il dato non senza una vena polemica: «Non dobbiamo vantarci se gli immigrati diminuiscono, ma se riusciamo a dare loro degna accoglienza, un risultato ancora lontano fino a quando continueremo a soffrire di questa "sindrome d'accerchiamento" fondata sull'equazione "immigrato uguale delinquente", dimenticando invece l'italiano che sfrutta l'immigrato facendolo lavorare in nero».

Ruppi, quindi, a prescindere della discussione politica sulla legge, ha invocato «la contemporanea sanatoria per le decine di migliaia d'immigrati per i quali è dimostrabile che non meritano l'espulsione dal territorio nazionale». Sul piano politico, invece, non è mancata la prevista replica dell'onorevole Giannicola Sinisi al sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, intervenuto al convegno il giorno precedente. Al suo predecessore al Viminale, Sinisi ha detto che «la Bossi-Fini non è la legge delle impronte digitali, ma peggio. A noi sembra un impianto fondato non sulla cattiveria, ma sull'ignoranza della realtà effettiva del fenomeno immigrazione. Il nostro governo aveva fatto progressivamente diminuire gli sbarchi con una politica paziente e lungimirante che creava nei Paesi extracomunitari condizioni di oggettivo controllo di quei fenomeni. Oggi, invece, prevedendo sanzioni a carico di quei Paesi, si rischia d'ottenere l'effetto contrario. Per non parlare della volontà di fare abbordare le carrette del mare con l'azione delle navi militari. Vorrà dire che la tragedia sarà sempre in agguato». Prima dell'approvazione della mozione conclusiva e della tavola rotonda, moderata dal giornalista del Tg1 Francesco Giorgino, non è mancata l'ennesima punta di polemica da parte del presidente della Cassa Forense Maurizio De Tilla, che ha definito «assolutamente ingiustificata» l'assenza dai lavori del presidente Raffaele Fitto: «Ci spiace davvero che il presidente della giunta regionale abbia ignorato un consesso di così alto livello che, peraltro, ha concluso i lavori raccomandando vivamente l'istituzione in Puglia di un'authority europea per la costante verifica dello stato d'attuazione delle politiche comunitarie adottate dagli Stati membri».

Ma il progetto degli Ordini Forensi, insieme con il previsto Osservatorio Giuridico invocato dal presidente degli avvocati di Trani, Domenico Insanguine, andrà avanti, anzi già oggi ha forza sufficiente perché possa camminare anche «da solo».

vedi i precedenti interventi