ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGGIORNO
(Sezione:  CRONACA DI LECCE   Pag.  75 )
Sabato 29 giugno 2002

L. Os.

Il caso

Ieri Tommaso Ricchiuto è stato a colloquio, per 4 ore, con i carabinieri del Ros
«Attentati, la mia verità»
«Nessuna estorsione: si tratta di episodi mafiosi»



Quattro ore per raccontare la sua «verità». Dalle 8 alle 12, Tommaso Ricchiuto è stato a colloquio con i carabinieri del Ros. Il capitano d'impresa, titolare della Igeco, da un po' di tempo è nel finito nel mirino. E con lui anche la Sgm, la Società a capitale misto che a Lecce gestisce la mobilità, i parcheggi a pagamento, la rimozione, la segnaletica. C'è stata un'escalation di atti intimidatori nei confronti dell'imprenditore e dell'azienda: prima le minacce di morte, poi il ritrovamento di una bomba inesplosa, quindi l'agguato di domenica scorsa quando due malviventi hanno sparato cinque colpi di pistola contro Ricchiuto che era in auto con la figlia. Ma non finisce qui. Sei pistolettate sono state esplose anche contro l'abitazione di Fioravante Totisco, consigliere di amministrazione della Sgm.

«Sono episodi mafiosi» ha spiegato l'imprenditore al maggiore Vincenzo Molinese, comandante del Ros, delegato dal procuratore aggiunto Cataldo Motta ad ascoltare Ricchiuto. L'amministratore delegato della Sgm è andato oltre. Accompagnato dall'avvocato Pino Signore, ha offerto la sua chiave di lettura: ha escluso di aver mai ricevuto minacce estorsive ed avrebbe indicato altrove il movente dell'agguato. La pista che gli investigatori stanno seguendo è quella che conduce agli interessi della Sgm in città. Del caso si occuperà il Comitato provinciale per la sicurezza e l'ordine pubblico: la riunione è prevista per lunedì. Intanto il prefetto Giovanni D'Onofrio ha disposto un servizio saltuario di vigilanza da parte di polizia e carabinieri per gli amministratori della Sgm e intorno alla sede della stessa società.

Intanto sulla questione interviene Sandro Frisullo, presidente del gruppo Ds alla Regione. «Inquientante appare il movente dell'azione criminosa criminosa: punire o intimidire imprese e soggetti impegnati come partner del Comune di Lecce nella gestione di un servizio pubblico». Il consigliere regionale auspica che si faccia luce sugli episodi: «E' necessario accertare subito con grande severità i possibili intrecci mafiosi; gli interessi che si sono sentiti esclusi ed offesi dalla gestione del servizio trasportistico; la rete di compiacenze, coperture, collusione». Frisullo chiama all'appello le istituzioni, la politica e la società: «La loro reazione deve essere ampia, unitaria e determinata; per questo sarebbe stato necessario una più tempestiva e risoluta presa di posizione da parte dell'amministrazione comunale». «Per molto meno l'onorevole Mantovano, sottegretario all'Interno, quando era all'opposizione - denuncia Frisullo - si lasciava andare a furibondi e demagogici attacchi contro il governo di centro-sinistra reo di presunti ritardi ed omissioni».

E la condanna dei gravi atti indimidatori viene anche dall'assemblea dei soci, dal consiglio di amministrazione e dal collegio dei sindaci della «Porto di San Foca», la società mista costituita fra Comune di Melendugno e Igeco. «Gli autori e i mandati dei vili attentati vanno individuati e puniti - dice il presidente Antonio Santoro - per ridare a Tommaso Ricchiuto, ai suoi familiari ed quanti collaborano con lui, la serenità e la sicurezza, essendo certi che nessuno di loro si lascerà intimorire». E' necessario che le articolazioni imprenditoriali salentine «si adoperino per isolare quanti tentano con la violenza di minarne i più elementari fondamenti di convivenza civile».

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