ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Martedì 26 marzo 2002

Carmela Formicola

Il sottosegretario all'Interno visita il Comando dei CC

 

Mantovano: immigrati, si ma solo se hanno un contralto di lavoro


 

BARI- I margini dell'omicidio sono tutt'altro che sfumati. La feroce esecuzione di Marco Biagi si iscrive in un quadro di riferimento ben chiaro. Lo si capisce dalle parole del sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano e del gen. Sabato Palazzo, ex comandante del Ros, ieri a Bari ospiti del comando regionale dei carabinieri.

«Ho letto il documento di rivendicazione dell'omicidio -dice Mantovano- e l'ho trovato tutt'altro che sommario e dozzinale. Rinvia piuttosto ad una conoscenza molto precisa e molto dettagliata dei problemi del mondo del lavoro e dell'evoluzione del mercato dellavoro e delle politiche del lavoro negli ultimi anni». Mentre per il gen. Palazzo, attuale comandante interregionale dell'Arma, «la visione è abbastanza chiara dell'organizzazione nell'ambito della quale è maturato anche l'omicidio di Marco Biagi. La struttura individuata a suo tempo dal Ros per l'omicidio D'Antona è in qualche modo la stessa che è implicata nel delitto Biagi. Tra l'altro, hanno sparato con la stessa pistola, gli elementi raccolti in questi giorni portano sempre in quella direzione». Per «le indagini che sono state effettuate dall'omicidio di Massimo D'Antona ad oggi -ha concluso il gen. Palazzo-mi sento di dire che il punto di partenza attuale dell'omicidio Biagi è completamente diverso, nel senso che abbiamo una base di attività già svolte che ci consente di poter fare dei buoni passi avanti nell'immediato». Il sottosegretario e il generale hanno incontrato a Bari i prefetti delle cinque province pugliesi. A far gli onori di casa il comandante della Regione Puglia dei carabinieri, gen. Michele Franzè, che ha illustrato l'attività dell'Arma negli ultimi due anni. E mentre il fronte della criminalità organizzata sembra abbastanza circoscritto, con i recenti colpi inferti dalle varie operazioni dei carabinieri, rimane alta la tensione sull'immigrazione clandestina. Il sottosegretario all'Interno annuncia che i centri di permanenza per gli immigrati clandestini «saranno potenziati e saranno istituiti nelle zone che in questo momento sono destinatarie del maggior flusso di clandestini: perché, evidentemente, il carico non può gravare esclusivamente su quelle regioni come la Puglia che sono maggiormente attrezzate, ma che hanno già dato».

In Puglia, ad ogni modo, si registra un decremento di arrivi. «Non c'è un'unica ragione - ha commentato Mantovano - può darsi che funzionino meglio gli accordi di collaborazione, ma può darsi che, contestualmente, vi sia una maggiore efficacia nel dispositivo di prevenzione e di contrasto e che le organizzazioni criminali che sfruttano la clandestinità stiano preferendo altre rotte, le rotte delle carrette del mare che partono dalle sponde orientali del Mediterraneo e poi arrivano con maggiore consistenza di flussi in Sicilia, in Calabria e molto meno in Puglia». Quanto alla nuova legge, approvata dal Senato e ora in discussione alla Camera, per Mantovano si tratta di uno strumento che intende conciliare "solidarietà e legalità». Sul fronte dell' integrazione, ad esempio, bisognerà collegare la presenza regolare sul nostro territorio con un lavoro stabile. «L'immigrato, sia pur regolare ma senza lavoro - ha detto Mantovano - o viene sfruttato in nero o viene tentato dalla criminalità. Si tratta di rendere effettive le espulsioni. Nei primi mesi di azione di questo governo certamente ci sono state più espulsioni con riaccompagnamento nei Paesi d'origine».

vedi i precedenti interventi