ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  GALLIPOLI CASARANO   Pag.   85  )
Giovedì 20 Febbraio 2003

Giuseppe Albahari

Nettezza urbana, duro attacco de «La sinistra che non c'è» per come è stato affidato il servizio

«Persi 4 milioni di euro»

Lettera aperta a Mantovano: «Ci vorrebbe un'inchiesta»


L'appalto del servizio di nettezza urbana all'Ati Gesenu costava 6 miliardi e 700 milioni annui; quello attuale, affidato dall'amministrazione comunale alla società Seta, costa 7 miliardi 262 milioni; la successiva proposta al Comune dalla Sogea prevede una riduzione di 745 milioni l'anno, che per la durata dell'affidamento pari a nove anni, comporterebbe un risparmio per i cittadini di 6 miliardi 705 milioni. Sono le cifre - in vecchie lire - che il centro di iniziative politiche «Per la Sinistra che non c'è» ha allineato in una «lettera aperta» inviata all'onorevole Alfredo Mantovano e diffusa come volantino. Viene ricordato che «l'amministrazione del sindaco Fasano aveva elaborato un progetto di società mista, tra il Comune di Gallipoli al 51 per cento delle quote e il consorzio Cogei al 49 per cento, per gestire in via diretta il servizio, con documentati risparmi di costo, oltre all'assunzione di tutti i lavoratori Lsu. Gli allora consiglieri di opposizione - Giuseppe Venneri, Elio Pindinelli, Giuseppe Barba, Marisa Diamante, Enzo Benvenga - manifestarono contrarietà sostenendo una gara da aprire a tutti».

L'esposizione dei fatti continua ricordando che il commissario prefettizio aderì alla società mista Seta, tra Comuni e il partner privato Cogei, per stabilizzare i Lsu e nella prospettiva, da verificare, che il Comune risparmiasse nella gestione dei servizi pubblici. Nel dicembre 2001 la giunta Venneri annullò l'affidamento all'Ati Gesenu, dando mandato al consiglio comunale di individuare le modalità di una nuova gara, ma poi «9 consiglieri su 13 di maggioranza - Venneri, Benvenga, Barba, Diamante, Giuseppe Perruccio, Francesco Fedele, Cosimo Alemanno, Salvatore Di Mattina, Emanuele Tricarico e i due «ballerini» Antonio Vallebona ed Emilio Picciolo - nel novembre 2002 affidarono l'appalto alla Seta, di cui il Comune detiene solo il 16 per cento delle quote e Cogei il 49 per cento.

Il Centro si chiede dov'è finita la contrarietà dei consiglieri comunali di ieri, come si sia potuto affidare senza gara un appalto di circa 66 miliardi di lire e come mai il sindaco Venneri, «da esperto dell'autotutela», non ha nemmeno convocato un consiglio comunale per valutare l'offerta della Sogea, che comportava un risparmio di circa 745 milioni l'anno. Ricorda che nel 1980 l'amministrazione Foscarini fu oggetto di indagine da parte della procura della Repubblica a causa di una poesia che ricorrendo a «fave e foije» lasciava intravedere abusi e corruzioni nell'affidamento del servizio alla Saspi, vicenda che si concluse con una generale assoluzione perchè tutto era pienamente legittimo.

«Oggi - conclude il Centro - vi è qualcosa di più di una poesia in vernacolo che può indurre ad aprire un'accurata e minuziosa indagine in merito a questo costosissimo appalto, conferito senza gara, e siamo certi che oggi come ieri la stessa Procura saprà esercitare il potere d'indagine per verificare fatti e circostanze, visto soprattutto che l'illustre sottosegretario all'Interno, nonché giudice anch'egli, onorevole Mantovano, ha fatto del controllo sugli appalti pubblici una sua ferma missione».


 

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