ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGGIORNO Sabato 16 marzo 2002

Alessandra Flavetta


Annuncio del vicepremier davanti a 32 Paesi Onu

 

Droga, linea dura

Fini: sullo spaccio vuoti normativi


 

VIENNA - Quale occasione migliore della 45esima sessione della Commissione sugli Stupefacenti delle Nazioni Unite per annunciare che il governo italiano intende apportare delle modifiche alla legge antidroga, magari reintroducendo la dose media giornaliera? Lo fa il vicepremier Gianfranco Fini, al termine del suo intervento all'assemblea riunita nel palazzo dei congressi viennese, dove 32 paesi membri su 52 hanno deciso di sponsorizzare la risoluzione italiana che connette la lotta al contrabbando di droga a quella del traffico di esseri umani e di armi. Il presidente di An ringrazia inoltre il segretario generale dell'Onu Kofi Annan per aver scelto nuovamente un italiano (dopo Pino Arlacchi) come direttore dell'agenzia per gli stupefacenti: Antonio Mario Costa, segretario generale della Banca europea per la ricostruzione. Un riconoscimento al nostro Paese, che è uno dei maggiori contribuenti del programma delle Nazioni Unite per il controllo della droga (Undcp), a cui forniremo 12,2 milioni di euro per il 2002. L'Italia - aggiunge Fini - ha poi previsto 1,5 milioni di euro per impedire che riprenda la produzione di papavero in Afghanistan (che si ritiene abbia riserve in grado di rifornire il mercato mondiale per 24 mesi) e sostenere i contadini nella riconversione delle colture.

Solo più tardi, parlando con i giornalisti assieme al sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, Fini ricorda la recente nomina del prefetto Soggiu a Commissario Straordinario per il coordinamento delle politiche nazionali contro la droga: un ufficio creato ex novo proprio per ridefinire la strategia del governo nella prevenzione dell'uso di sostanze stupefacenti, nel recupero dei tossicodipendenti in concerto «con i Sert e le comunità terapeutiche» e nella repressione «della produzione e dello spaccio».

«Pur agendo a legislatura vigente», rende noto Fini, nell'ufficio del prefetto Soggiu «si pensa di modificare» la legge attuale. Secondo il vice presidente del Consiglio, infatti, specie «sulla questione dello spaccio, esiste un buco normativo»: quello determinato dal referendum del '93, che ha abolito il concetto di dose media giornaliera. Ecco perchè «si sta discutendo» della possibilità di reintrodurre un parametro certo, oltre il quale far scattare il reato di spaccio. Perchè «la modica quantità - per il vicepremier - non permette di segnare un confine preciso tra spaccio ed uso personale, che è lasciato alla discrezionalità del pretore».

Da sempre An è contraria alla filosofia della riduzione del danno. Fini ripete che questa può essere solo «un momento della strategia, ma l'obiettivo è il pieno recupero, non la cronicizzazione dei drogati».
Nessuna distinzione, inoltre, tra droghe leggere e pesanti: bisogna puntare sulla prevenzione per «far capire ai nostri figli che la droga uccide, ogni tipo di droga - afferma -, dallo spinello alla pasticca, e drogarsi, non è un atto di libertà, ma un attentato alla propria salute e alla coesione sociale». Un approccio che fa scattare le reazioni sdegnate di Verdi, Prc e Margherita, che denunciano «il proibizionismo del governo», mentre trova favorevoli Pedrizzi e Fragalà di An. Anche il commissario Soggiu ritiene che la legge antidroga sia vecchia («ha 12 anni»), ma se ne parlerà in una conferenza nazionale sulla droga che Fini annuncia per i prossimi mesi. Da subito, invece, si possono prevedere campagne di sensibilizzazione coinvolgendo scuole, mondo dello sport, luoghi di aggregazione e perchè no, sindacati, contro «lo sballo del sabato sera», che vede l'incremento dell'uso dell'ecstasy.
Basta un dato: le 100mila pasticche che le forze dell'ordine riescono a sequestrare rappresentano appena il 5-10% di quelle spacciate.

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