ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:   GAZZETTA   DI   LECCE     Pag. 74    )
Sabato 11 ottobre 2003

 

Non ha tradito le aspettative l’Osservatorio attivato in Prefettura su sollecitazione del sottosegretario Mantovano. Ieri il resoconto finale

 

Appalti «pilotati»: 19 imprese sui carboni

Venticinque le aggiudicazioni sospette.Il fascicolo finisce ora nelle mani dei magistrati


 

Il cartello esiste. Il gruppo di imprese che pilota l'aggiudicazione degli appalti c'è e sarebbe composto da 19 imprese. E' stato smascherato dall'Osservatorio attivato in Prefettura su sollecitazione del sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano. Una task force composta da finanzieri, poliziotti, carabinieri, funzionari della Prefettura ed un rappresentante dell'Anci (l'Associazione dei comuni d'Italia) ha individuato 25 appalti sospetti. Aggiudicazioni in odor di turbativa d'asta per lavori in zone Pip, per l'adeguamento di impianti scolastici alle norme di sicurezza, per recupero dei centri storici e di strade rurali, per completamento della rete fognaria, per impianti di depurazione.

Ma la verifica, ovviamente, spetta ai magistrati. E da ieri le conclusioni del lavoro svolto dall'Osservatorio che ha delineato l'esistenza di un cartello di imprese sono già in Procura. «Riguardo alle aggiudicazioni dall'esame degli appalti emerge una "rotazione" fra alcune imprese, nonché un comportamento totalmente disomogeneo di queste rispetto alle altre concorrente.

Tali appalti - si legge nella relazione - si caratterizzano sia per una forbice di oltre trenta punti percentuale fra l'offerta minima e l'offerta massima di ribasso, sintomatica della eventuale presenza di offerte non giustificate dalle regole di mercato e presentate per influenzare la media aritmetica calcolata per l'aggiudicazione, sia per i comportamenti "non omogenei" di un gruppo di imprese che, in relazione a bandi di gara pressoché identici e con la stessa tipologia di lavori, presentano offerte notevolmente diverse».

La task forse si è messa al lavoro l'8 marzo scorso. Qualche giorno prima, alla cerimonia d'inagurazione dell'anno giudiziario, il Sottosegretario aveva lanciato l'allarme: «Bisogna approfondire la patologia del sommerso attraverso la verifica dei meccanismi di alterazione della concessione degli appalti di opere pubbliche. Il sommerso chiama in causa anche lo sfruttamento in nero dei lavori, l'evasione fiscale e contributiva».

Sotto la lente dell'Osservatorio sono finiti gli appalti di opere pubbliche, aggiudicati nel 2002, di importo pari o superiore a 150mila euro. Al monitoraggio hanno partecipato solo gli enti (Comune, consorzi di bonifica ed Asl) che hanno raccolto l'invito. Non l'hanno fatto solo la Provincia ed il Comune di Melpignano. In 33, fra enti e comuni, hanno comunicato di non aver appaltato opere pubbliche pari all'importo richiesto; sono stati 66, invece, i comuni che hanno aderito all'iniziativa inviando la documentazione.

Il monitoraggio è stato condotto su 68 delle 170 aggiudicazioni effettuate, scelte in base ad un criterio molto semplice. Al vaglio, infatti, sono finiti tutti gli appalti in cui la differenza fra l'offerta minima e quella massima superava i quindici punti percentuali.

L'acume investigativo, poi, è stato agevolato dagli strumenti informatici che, attraverso degli indici di anomalìe, hanno permesso di far emergere le situazioni sospette.


    

 

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