ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: : Primo Piano   Pag.   7)
Domenica 9 giugno 2002

Michele Marolla

Il ministro Tremonti risponde alle critiche per la nuova legge

«Gli immigrati non sono la soluzione e l'Europa approva la via italiana»



Dal nostro inviato

SANTA MARGHERITA LIGURE Non sono gli immigrati la soluzione per un'Italia che invecchia, fa meno figli e rischia il tracollo del sistema pensionistico. Non possono essere gli immigrati ad arrestare le curve demografiche e pensionistiche, ne è convinto il ministro Tremonti, e spiega: «Gli immigrati hanno un'età media superiore ai trent'anni, non sono poi così prolifici, spesso per oggettive difficoltà di ricongiungimento della famiglia ed hanno un grande difetto: se versano i contributi vogliono la pensione». Tremonti ha quindi chiesto che invece di accettare come inevitabile l'immigrazione, si punti a favorire gli aiuti nei Paesi d'origine, riproponendo la De-Tax, cioè l'esclusione dell'1% delle transazioni commerciali. Poi Tremonti ha rivendicato l'operato del governo, rimarcando che «la legge sull'immigrazione è stata accusata di portarci fuori dall'Europa. È avvenuto l'opposto: l'Europa ci sta seguendo».

Bisogna coniugare integrazione e rigore. Sulla questione delle impronte, il presidente di Confindustria è d'accordo con il presidente della Camera e dice sì all'estensione del rilievo delle impronte a tutti i cittadini. Ma ribadisce che per una vera integrazione degli immigrati occorre anche un maggior controllo, costruendo una rete di diritti e integrazione da coniugare con un grande rigore, integrando la Bossi-Fini con infrastrutture sociali e lotta al sommerso. Insomma, D'Amato chiede una società aperta ma in grado di mettere insieme integrazione e rigore, senza considerare gli immigrati come una sorta di «viagra sociale in grado di rianimare garantendo contributi pensionistiche e ripresa delle nascite, una società che invecchia come la nostra».

È toccato al sottosegretario agli Interni, Afredo Mantovano, dare le cifre relative all'immigrazione del primo anno del governo Berlusconi (ne riferiamo a parte). Per Mantovano bisogna sforzarsi di prevenire atteggiamenti xenofobi che finora in Italia non si sono verificati. «Ma non abbiamo la pretesa - ha aggiunto Mantovano - di aver trovato la bacchetta magica con questa legge».

Pragmatico il politologo-economista americano Luttwak che ha definito «disonesto chi non sceglie tra welfare e benevolenza. Se vuoi essere benevolo verso l'umanità devi aprire le frontiere, se vuoi esserlo verso i tuoi concittadini devi procedere alla regolarizzazione». La chiusura è toccata al presidente dei giovani di Confindustria, Anna Maria Artoni: «Non vogliamo fare la politica dei partiti, ma la politica come cantiere del futuro, come progetto, come costruzione di una società con più ricchezza, più qualità della vita, meno marginalità e meno esclusione».

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