ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Sabato 30 marzo 2002



A Taranto un'altra nave militare in stato di allerta e pronta a partire

 

«Quindicimila clandestini verso l'Italia»
Il sottosegretario Mantovano: non ci sono ancora conferme


 

TARANTO Il dispositivo aero-navale per il «controllo» dell'immigrazione clandestina (attualmente composto da aerei Atlantic, elicotteri e due navi militari già schierate nel Mare Adriatico) potrebbe accrescersi nelle prossime ore. Lo ha detto l'ammiraglio Quinto Gramellini, comandante della Squadra Navale, precisando che almeno due navi sono in stato di allerta nelle basi della Marina di Taranto e di Augusta, pronte a salpare in pochissime ore.

Nel corso della conferenza stampa svoltasi a Roma, l'ammiraglio Gramellini ha fornito anche una serie di dati interessanti sull'opera di contrasto all'immigrazione condotta dalla Marina in questi mesi. Un dato che a prima vista può sembrare «curioso», considerata la crescente preoccupazione per l'emergenza clandestini, è quello relativo al numero di ore di moto delle unità navali della Marina: nel '99 erano state addirittura 21.337, ma negli anni successivi sono diminuite drasticamente; in questi primi mesi del 2002 sono state solo 1.077. Una spiegazione però c'è e consiste, ha detto Gramellini, soprattutto nella diffusione delle rete radaristica costiera, che, specie nel canale d'Otranto (dove la vigilanza è assicurata anche da parte albanese) ha fatto sì che l'attività di pattugliamento sia ridotta all'osso.

Insomma, è il radar ad avvistare lo scafo, e su questo preciso input viene messo in moto tutto il dispositivo di controllo, via mare, e di contrasto, a terra, in collaborazione tra la Marina e le forze di polizia. Lo sviluppo della rete radar, soprattutto a partire dal '97, ha dunque dato un grandissimo aiuto e consentito di risparmiare energie, ma si tratta di una rete oggi limitata, di fatto, soltanto alle coste pugliesi e calabro-joniche.

 

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