ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: PRIMO PIANO   Pag.  2  )
Mercoledì 8 Gennaio 2003

di Marco MAngano

Agricoltura qui Sud

Crisi dell'Olio «Tavolo a BAri»


 

Il ministero dell'agricoltura convocherà «in tempi brevi» un tavolo tecnico alla Prefettura di Bari per definire interventi a tutela dei produttori del settore oleario pugliese «già penalizzati da una crisi di mercato ulteriormente aggravata dalla concorrenza di olio di importazione spesso privo di caratteristiche organolettiche e igieniche soddisfacenti». Lo ha annunciato il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, in una lettera inviata al sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, che alla fine di novembre gli aveva scritto sollecitandolo a intervenire per tentare di risolvere «le difficoltà che travagliano il settore oleario pugliese e in particolare la provincia di Bari». «Il trend negativo del settore - aveva scritto Mantovano - viene aggravato dalla concorrenza del prodotto di importazione peraltro di qualità scadente. Tale situazione in passato ha generato forti tensioni sociali: i coltivatori diretti si sono resi protagonisti di manifestazioni di protesta, sfociate talvolta in intemperanze e blocchi stradali, episodi che sarebbe opportuno evitare in futuro. «Oltre a ciò - era scritto nella lettera di Mantovano - gli operatori degli enti preposti i controlli lamentano la inadeguatezza della normativa vigente la quale di fatto non consente un monitoraggio adeguato all'intero processo produttivo». Nella sua risposta Alemanno si dice «pienamente concorde sull'esigenza di assicurare approfondite verifiche nei vari stadi della produzione degli oli di oliva ed extravergini di oliva a garanzia della qualità». «È quanto mai opportuno - ha affermato - un articolato sistema di monitoraggio, costituito da attenti controlli doganali in raffinerie e aziende imbottigliatrici, nonché sulla manipolazione e la commercializzazione del prodotto».


TECNOLOGIA ALL'AVANGUARDIA -


Un oleificio preistorico risalente al II millennio a.C., capace di produrre enormi quantitativi di olio d'oliva con una tecnologia all'avanguardia. È la scoperta che hanno fatto a Cipro gli archeologi dell'Istituto per le tecnologie applicate ai Beni culturali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) nel sito di Pyrgos-Mavroraka. «L'impianto industriale copre un'area di 600 metri quadri - ha spiegato la ricercatrice del Cnr Maria Rosaria Belgiorno, direttrice dello scavo - e fa parte di un vasto edificio risalente all'inizio del II millennio a.C».


«SÌ A MAGGIORI CONTROLLI SUL FALSO BIOLOGICO» -


Ben vengano maggiori controlli perché servono a garantire gli imprenditori onesti e i consumatori soprattutto alla luce del boom che si è verificato nelle bioimportazioni con l'entrata in Italia di alimenti biologici provenienti da Paesi extracomunitari ottenuti sulla base di disciplinari di produzione che non sempre possono definirsi realmente equivalenti a quelli in vigore nell'Unione europea. È quanto ha affermato la Coldiretti nel sottolineare che il numero di importatori di alimenti biologici in Italia è sostanzialmente raddoppiato nell'ultimo anno passando da 67 a 110 operatori nel 2002, nonostante l'Italia continui a detenere il primato europeo nella produzione di biologico con una crescita del 18% nella superficie coltivata e del 13% nel numero di imprese. Di fronte alla rapida crescita dei consumi nel nostro Paese - ha sostenuto la confederazione agricola - occorre chiedere, al più presto, all'Unione europea, la tracciabilità dei prodotti biologici provenienti dai Paesi terzi e l'armonizzazione tra gli Stati membri delle autorizzazioni alle importazioni e delle dichiarazioni di equivalenza, nonché il controllo delle attività commerciali intermediarie che non sono attualmente disciplinate in maniera dettagliata dal regolamento. È evidente la necessità - ha precisato la Coldiretti - di mettere in atto tutte le misure di tutela dei consumatori per evitare la commercializzazione di prodotti che richiamino alle produzioni biologiche senza però presentare le necessarie garanzie. Proprio su questo versante - ha concluso la confederazione agricola - bisogna recuperare molti ritardi, salvaguardando in primo luogo, anche nel biologico, l'identità territoriale degli alimenti che deve essere resa nota al consumatore attraverso una etichettatura di origine trasparente che consenta di ricostruire il percorso dal campo alla tavola degli alimenti commercializzati, a tutela delle imprese e dei consumatori.


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