ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: GAZZETTA DI LECCE   Pag.   77  )
Martedì 4 Febbraio 2003

Toti Bellone

Un vertice ieri in Prefettura, convocato dal sottosegretario Mantovano. Si mira ad un controllo delle gare indette dagli enti locali. Nel mirino i «cartelli» di imprese

 

Una task force contro gli appalti truccati

«Già cominciata la guerra ai furbi. I risultati delle indagini finiranno sui tavoli della Procura»


«Esiste un "cartello" di imprese che pilota e si accaparra una cospicua fetta degli appalti pubblici, utilizzando il sistema dei ribassi».

L'esplosiva dichiarazione pubblica del sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, non si è dissolta alla stregua d'un fulmine a ciel sereno. Non fosse altro perché la sede in cui era stata pronunciata - la Sezione del Tribunale amministrativo regionale -, per non dire della circostanza - l'inaugurazione dell'anno giudiziario -, parevano scelte proprio per «fare rumore». E «rumore» è stato. Perché a tamburo battente, il vice ministro ha organizzato - ieri mattina - un «vertice» in prefettura, al quale ha chiamato a raccolta i prefetti di Lecce e Brindisi, nonché i responsabili delle forze dell'ordine - carabinieri, polizia e guardia di finanza - delle due città. Le stesse dove a breve giungeranno i componenti della Commissione parlamentare antimafia, per discutere sì dello «stato di salute» - si fa per dire - della criminalità organizzata, ma anche del mai passato pericolo, che i clan della Sacra corona possano aver già aperto varchi e trovato spazi e penetrazione anche nel business degli appalti pubblici. Il «vertice» leccese, Mantovano l'ha voluto per far sapere che tutti gli appalti del 2002, verranno passati al setaccio da due speciali Commissioni - qualcuno le ha già definite duetask force -, che ciascuna per ognuno dei due capoluoghi salentini, si avvarrà di quattro più quattro, tra rappresentanti delle prefetture e delle forze dell'ordine.

Le Commissioni saranno operative a giorni, ed entro la fine del mese - giorno più, giorno meno -, Comuni ed altri Enti pubblici dovranno far pervenire bandi e verbali di gara, relativamente ai lavori per almeno 150mila euro. E chi non lo farà oppure lo farà in maniera incompleta?
«Le Commissioni non sono chiamate a svolgere un'indagine inquisitoria - ha sottolineato il sottosegretario -, perché per questo c'è la magistratura. Ma nessuno ci potrà impedire di dire che questo Comune o quell'Ente non ha voluto collaborare». Come dire: chi non collabora avrà evidentemente qualcosa da nascondere. E allora, piuttosto che essere additato a vista, c'è da credere che se qualcosa di sospetto c'è da riferire, alle Commissioni, lo farà e presto pure. Ed allora, il risultato dell'indagine finirà sui tavoli della Procura. Dove non è affatto un mistero, che in tema di appalti sospetti, i sostituti siano già alle prese con più d'un fascicolo processuale.

La «guerra» ai furbi, dunque, è ufficialmente dichiarata. E già così, forse a partire dai prossimi appalti, non si assisterà più, una volta aperte le buste di gara, a ribassi assurdi, di volta in volta proposti da questa o quell'impresa, che poi chiamerà a lavorare in subappalto le altre amiche del «cartello» d'appartenenza.


 

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