ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  BARI CITTA'  Pag.   26   )
Domenica 26 Gennaio 2003

Nicola Pepe

Scoppia il «caso-Bari»: è una sezione civile a esprimersi su fatti penali. Interviene il Csm Beni confiscati ai clan. Anzi no

Le decisioni dei giudici del primo grado cancellate in appello

Restituiti i patrimoni anche a Stramaglia, Piperis e Martiradonna

 

Vi ricordate di quel fiume di beni confiscati un anno fa al boss delle «bionde» Michelangelo Stramaglia? Decine di milioni di euro, accumulati - secondo l'accusa - con i soldi del contrabbando. Il provvedimento della sezione misure di prevenzione del Tribunale ha richiesto mesi di lavoro, migliaia di documenti, accertamenti, visure catastali. Tutti quegli atti sono diventati carta straccia con una decisione della sezione civile della Corte d'appello che ha annullato il provvedimento dei giudici penali di primo grado.

Tutto da rifare. I beni non sono tornati al «legittimo proprietario» perché nel frattempo la procura ha disposto un altro sequestro. Ma quello delle restituzioni dei beni sembra non essere un caso isolato. Agli «annullamenti eccellenti» in appello si possono aggiungere quelli relativi a Carmine Piperis, condannato per mafia, traffico di droga e omicidio (secondo i giudici «i beni sequestrati li avrebbe accumulati quando era un onesto lavoratore») o quelli ottenuti da Vito Martiradonna (avrebbe dimostrato la sua buona condotta proprio nel periodo in cui veniva processato per usura).

Come si spiega tutto questo? Stando agli atti, le valutazioni dei giudici di primo grado, appartenenti a una sezione penale, non sono state ritenute valide da quelli di appello, che sono di una sezione civile. E il punto è questo: può una sezione civile occuparsi di fatti penali? In teoria sì, perché si tratta sempre di magistrati. Bari è una delle poche città in cui la fase di appello delle misure di prevenzione è affidata ai giudici civili. In città come Lecce, Roma, Milano, Napoli o Palermo (distretti classificati ad alta densità mafiosa come quello di Bari) il primo grado e l'appello restano di competenza dei giudici penali.


Il caso Bari al Csm - La questione è controversa e sta suscitando polemiche negli stessi ambienti giudiziari. Quella della confisca dei beni è una materia molto delicata che, negli ultimi tempi, ha visto il «caso Bari» finire sui tavoli della decima commissione del Consiglio superiore della magistratura. Ma non è tutto. La possibilità che le competenze della sezione misure di prevenzione del tribunale (penale) potessero passare al civile anche per il primo grado, ha suscitato allarmi tra i vertici delle forze dell'ordine. Il caso è stato trattato nel corso di due riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica alla presenza del sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. Ovviamente non viene messa in discussione la professionalità dei giudici civili, ma - dati alla mano - da quando la fase del primo grado delle misure di prevenzione è passata ai magistrati del penale, c'è stata un'accelerazione dei provvedimenti. La spiegazione sta nel fatto che i giudici penali hanno più confidenza con le tematiche legate alla criminalità, loro pane quotidiano. Sono stati centinaia - in base statistiche - gli atti deliberati dalla sezione misure di prevenzione, che ha competenza anche in materia di Riesame. Un ufficio che, negli ultimi tempi, è finito anche sotto i riflettori degli avvocati penalisti, i quali hanno proclamato lo stato di agitazione. Secondo i legali, il carico di lavoro che grava sui giudici della Prevenzione e del Riesame non sarebbe garanzia delle decisioni, troppo spesso «affrettate» e «sommarie», così, almeno, dicono i penalisti.


L'intasamento - Sotto le ceneri della protesta degli avvocati, in realtà ci sarebbe qualcos'altro. Da un anno e mezzo a questa parte, alla sezione misure di prevenzione del tribunale non sarebbero stati più applicati magistrati che, in passato, avevano consentito di snellire il lavoro della sezione misure di prevenzione. Il consiglio giudiziario - è un organo che tra l'altro discute eventuali applicazioni dei magistrati - ha bocciato in più occasioni le nuove applicazioni di giudici. Tutto ciò ha provocato un inevitabile intasamento delle sezione misure di prevenzione, costretta a lavorare sott'organico e con forti pressioni di lavoro.


Tutto passa al civile - L'ultima novità risale a poco più di un mese fa. Il consiglio giudiziario ha deliberato l'assegnazione delle competenze della sezione misure di prevenzione alla seconda sezione civile del tribunale. Il provvedimento è stato adottato su proposta del presidente del tribunale. Ma il presidente della sezione per le misure di prevenzione si è opposto formulando «osservazioni scritte». L'ultima parola, adesso, passa al Consiglio superiore della magistratura: dovrà decidere se assegnare o no alla sezione civile la materia delle misure di prevenzione.

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