ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  GAZZETTA DI LECCE   Pag.   77  )
Martedì 18 Febbraio 2003

Toti Bellone

A Palazzo del Governo la prima giornata di audizioni della Commissione parlamentare

Avanza la «mafiosità»

Sfilano in mattinata i procuratori del Distretto


Nel primo giorno di visita a Lecce, la Commissione parlamentare antimafia d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, ascolta i rappresentanti delle Forze dell'ordine. E inevitabilmente, oltre che sull'allarme lanciato dal sottosegretario Alfredo Mantovano (un «cartello» di imprese pilota gli affidamenti degli appalti pubblici), l'attenzione si sposta sulle due inchieste giudiziarie che tengono banco tra il capoluogo e la vicina Cavallino.

Ne sono bene informati, tra gli altri, il vice presidente Enzo Ceremigna (Sdi) e, guarda caso, il coordinatore della sottocommissione «Appalti e grandi opere», Luigi Vitali (Fi). Che durante una pausa dei lavori, alle domande dei giornalisti, rispondono sì in «politichese», ma non fanno mistero di sapere della Sgm, la Società mista privati-Comune, che in città gestisce parcheggi a pagamento, rimozione coatta e mobilità, nonché dell'area commerciale di Cavallino, su cui tra agguati a colpi d'arma da fuoco ed attentati ai danni di imprenditori e politici, sembrano essersi catapultati gli interessi della malavita organizzata, appunto.

«Sì, siamo stati informati», risponde chiaro Ceremigna. Ma quando chiediamo se nel corso dell'audizione siano emersi elementi utili per smascherare in tempi brevi attentatori e mandanti, e liberare così i cittadini dalla paura che al pari di bombe e fiamme, le armi tornino a colpire, la risposta non lascia spazio neppure alle interpretazioni. «Come lei stesso dice, sulla Sgm e su Cavallino sono in corso le indagini della Procura, e per questo, quanto ci siamo detti in Commissione è secretato per tutti. Mi dispiace ma è così». Più esplicito, invece, il senatore Alberto Maritati (Ds), che in seno alla Commissione è il politico «locale».

«Non c'è qui, al momento, la grossa criminalità di tipo mafioso. C'è, però, la mafiosità che è tipica delle persone che si associano tra di loro per perseguire fini illeciti», sottolinea il parlamentare anche con riferimento al caso-Cavallino. E ciò che più fa rizzare le orecchie, nella sua dichiarazione, è l'inciso «al momento». Che fors'anche per non spiazzare i colleghi della Commissione, verosimilmente è una maniera diplomatica per dire che tra mafiosità e mafia vera e propria, se non si interviene in fretta, il divario verrà presto colmato. In Commissione, i già citati e gli altri (il presidente Roberto Centaro (Fi), Eupremio Curto (An), Antonio Gentile, Giuseppe Onorato Nocco, Emiddio Novi, Luigi Lazzari, tutti Fi e Giuseppe Lumìa (Ds) e Giannicola Sinisi (Margherita), parlano anche di usura ed estorsioni: «I loro proventi assicurano alle organizzazioni criminali un corrispettivo stabile»; droga: «uno degli affari più sporchi e redditizi», e «reclutamento da parte della malavita di un numero sempre maggiore di giovani».

A tarda ora ed a conclusione della prima giornata di audizioni, vengono ascoltati il comandante del Nucleo di frontiera marittima della Guardia di finanza distaccato in Albania, generale Franco Papi, ed il responsabile dell'ufficio di collegamento interforze a Tirana, Alessandro Santoro. Questa mattina è la volta dei procuratori di Lecce, Brindisi e Taranto, dell'aggiunto della Direzione distrettuale antimafia, Cataldo Motta e del sostituto dell'Antimafia nazionale, Francesco Mandoi, e del procuratore dei minori. Nel pomeriggio audizioni del sindaco e del presidente della Provincia.


 

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