ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  BARI CITTA'   Pag.   24   )
Giovedì 16 Gennaio 2003

Carlo Stragapede

anno giudiziario Le richieste di pizzo aumentano di una volta e mezza: da 418 a 640

Le estorsioni preoccupano il pg Dibitonto

In pericolosa crescita il numero delle vittime di incidenti stradali: da 162 a 199 fascicoli


 

Dopodomani, sabato, alle 9, nell'aula magna della Corte di appello, al terzo piano del palazzo di giustizia di piazza Enrico De Nicola, si terrà la cerimonia annuale di inaugurazione dell'anno giudiziario. Il procuratore generale Riccardo Dibitonto terrà la consueta relazione sull'andamento della giustizia nel distretto, che comprende le province di Bari e Foggia. Sono previsti gli interventi del sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, del componente laico del Csm Emilio Nicola Buccico e del direttore generale del Ministero della Giustizia Vincenzo Barbieri.

Il procuratore generale lancia l'allarme estorsioni. Nella relazione, la prima a essere pubblicata sul sito Internet del Ministero della giustizia (www.giustizia.it), il dottor Dibitonto evidenzia un dato molto significativo: nel periodo compreso fra il primo luglio 2001 e il 30 giugno 2002 si registra un aumento delle richieste di «pizzo» del 150 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti. Le cifre: 640 i procedimenti per estorsione avviati nell'ultimo periodo rispetto alle 418 dell'arco di tempo meno recente. Un elemento che spinge l'alto magistrato a questa considerazione: «Frequenti i delitti di estorsione - si legge nel capitolo intitolato "Delitti che hanno suscitato maggior allarme sociale" -, connessi al furto di autovetture e macchinari agricoli, anche se talvolta non viene presentata alcuna denuncia, nella prospettiva del derubato di poter recuperare il mezzo asportato previo pagamento di un riscatto o nel timore di subire pesanti ritorsioni sulla propria attività economica». Una considerazione che conferma l'analisi compiuta dal questore Giuseppe Zannini Quirini, il quale, nel bilancio dell'attività di Polizia, pochi giorni fa, esortava gli imprenditori taglieggiati a denunciare e a riporre la massima fiducia nelle forze dell'ordine e nella magistratura.

LA PIAGA DEGLI INCIDENTI STRADALI -

La relazione del pg conferma la tragica tendenza in aumento delle morti sulla strada: 199 i procedimenti per omicidio colposo da incidente stradale aperti dalle quattro Procure del distretto (Bari, Foggia, Trani e Lucera), rispetto ai 162 del periodo precedente. Nei 199 fascicoli c'è anche quello riguardante il caso forse più emblematico, la morte di Vincenzo Moretti e della cugina Ester, due ragazzi appena ventenni che rientravano da una serata trascorsa in allegria e perirono una notte di aprile sul lungomare Sud in uno scontro con un'altra auto guidata da un cittadino albanese. Attorno alla vicenda dei due sfortunati giovani baresi è nato un movimento d'opinione che punta a rendere le strade più sicure e a diffondere la cultura della sicurezza stradale.

IL SALTO DI QUALITÀ DEI CLAN -

L'attività esercitata dalla criminalità organizzata ha fatto registrare un «progressivo salto di qualità» che è sempre «più allarmante ed inquietante». Per questo motivo, aggiunge Dibitonto, si «impone l'esigenza di compiere attività di prevenzione, di controllo, di indagine e di repressione sempre più consistenti, più rigorose, più penetranti da parte delle forze dell'ordine e della magistratura». Secondo i dati forniti dal pg, è stato registrato un aumento degli omicidi volontari (da 83 a 94) e dei sequestri di persona a scopo di estorsione (da 4 a 7). Sono diminuiti, invece, i tentativi di omicidio (da 100 a 97), le lesioni volontarie (da 3.455 a 2.012), le rapine (da 1.473 a 1.271), i furti commessi da autori noti (da 1.962 a 1.878) e i furti ad opera di ignoti (da 52.212 a 48.582). Anche se i dati riguardanti furti e rapine vanno interpretati alla luce della tendenza da parte delle vittime, sottolineata anche dal questore di Bari nei giorni scorsi, a non denunciare le aggressioni.

MA CHE BRAVI I GIUDICI DI PACE -

I giudici di pace, introdotti con una riforma del 1995, in materia civile si dimostrano dei turbo-giudici. La durata media di un procedimento davanti al gdp è di 274 giorni, contro i 1.230 giorni dei giudici del Tribunale. Anche questo dato, comunque, va interpretato, perché i procedimenti di competenza dei giudici di pace sono normalmente più semplici di quelli di Tribunale. Il gdp smaltisce circa la metà del contenzioso civile.


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