ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: Gazzetta Lecce   Pag.   80)
Domenica 9 giugno 2002

Mafia, omicidi, estorsioni, droga e gioco d'azzardo: ritornano dentro i due clan del Nord Salento che beneficiarono delle «scarcerazioni facili»

Ventotto arresti, in seicento pagine
Tra Surbo, Squinzano, Lecce, Campi e Trepuzzi, soltanto in sei riescono a fuggire



Dopo meno di un anno, l'operazione «Arpia», che con 32 ordinanze di custodia cautelare firmate dal giudice Enzo Taurino il 27 agosto scompaginò i clan del Nord Salento in guerra per il controllo del territorio - capoluogo compreso - e la gestione degli affari illeciti, è stata riproposta pari pari. Stavolta con la firma del gip Vincenzo Scardìa. Che su un totale di 31 arresti invocati dal sostituto procuratore antimafia, Giuseppe Capoccia - lo stesso magistrato di un anno fa - ne ha concessi 28. Rispetto all'«Arpia 1», nella «2» figura un nome nuovo: si tratta di Giuseppe Martena, di Campi, già detenuto. Dei vecchi nomi, invece, la nuova non contempla quelli del presunto capo bastone Massimiliano Bello, pure lui di Campi; di Franco Conte, di San Donato ma residente a Montecatini, e di Gianfranco Levante, di Squinzano.

Forte di 600 pagine, rispetto alle 230 della prima, la nuova ordinanza dovrebbe aver sgomberato il campo dalle lacune che all'indomani del clamoroso blitz di un anno addietro, fecero sì che il Tribunale del riesame (presidente Vittorio Gaeta, giudici Antonio De Donno e Francesca Mariano) rimettesse in libertà la metà degli arrestati: quindici in tutto, tra cui le due donne dei clan, Ilde Saponaro, di Campi, moglie di uno dei capi storici della Sacra corona, Gianni De Tommasi, da un decennio in carcere, ed Angela Caputo, di Lecce, compagna del surbino Giuseppe Vincenti (alla latitanza dell'uomo si è aggiunta anche quella della donna).

All'epoca si parlò di «sconfitta» - anche se parziale - del lavoro dei magistrati impegnati nella lotta alla malavita organizzata, e contro le scarcerazioni facili, scese in campo persino il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. Sarà ora interessante sapere, non appena entreranno in azione i difensori degli arrestati, quali decisioni adotteranno i nuovi giudici del Riesame, allorché verranno chiamati a decidere - appunto - sui ricorsi.

Vero è, a leggere la voluminosa ordinanza, che al di là del numero di pagine che la compongono, all'interno gli investigatori della Sezione criminalità organizzata della Questura (diretta dal vice questore Massimo Gambino) e del Ros, il Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri (comandato dal maggiore Vincenzo Molinese), hanno ben evidenziato, e soprattutto motivato, fatti di sangue (otto omicidi e dieci ferimenti) ed altri misfatti: dall'usura alle estorsioni (quali per esempio, tra il febbraio ed il giugno del '99, quella all'imprenditore di Surbo Eupremio Maglio, e tra il febbraio ed il marzo dello stesso anno, all'altro surbino, Gaetano Ferrante); dal gioco d'azzardo al traffico di sigarette, ed ancora, dall'acquisto di armi ed esplosivo al traffico di droga, documentato attraverso gli spostamenti all'estero dei «corrieri», nonché con le rimesse di denaro, vecchie lire italiane e marchi tedeschi, e perfino con le matrici dei biglietti aerei utilizzati per i viaggi.

Al blitz, scattato ieri all'alba, hanno preso parte circa 400 tra militari e poliziotti: in campo c'erano i carabinieri del Reparto operativo e della Compagnia di Lecce (comandati dal maggiore Antonio Buccoliero e dal tenente Giuseppe Campione), e gli agenti della Squadra mobile e della Sezione «Volanti» della Questura (diretti dai vice questori Paolo Leaci e Raffaele D'Agostino). Vale aggiungere che oltre che dalle intercettazioni telefoniche, un consistente aiuto alle indagini è venuto dalla collaborazione dei pentiti Dario Toma, Alessandro Luperto, Gianfranco Presta , Ivano Marra e, ultimo arrivato, un giovane di Gallipoli.

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