ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: PRIMO PIANO   Pag.   4  )
Martedì 21 Gennaio 2003

Carmela Formicola

reazioni «Nella tragedia di Santa Maria di Leuca la legge Bossi-Fini non c'entra»

Mantovano accusa la Grecia
Il sottosegretario: presiede la Ue e non svolge un ruolo di prevenzione

 

BARI «Pari responsabilità»: non c'è da girare intorno al problema. Se tutti i Paesi dell'Unione Europea si assumessero le proprie responsabilità, la tratta degli esseri umani potrebbe essere contrastata e vinta. E forse anche la tragedia di Santa Maria di Leuca poteva essere evitata.

Ne è convinto Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno: «Nella dinamica della tragedia emerge non tanto un problema di legislazione nazionale o di accordi con i Paesi di origine - dice - quanto di ruolo di un Paese importante dell'Unione Europea, che oggi la presiede per il semestre di turno, cioè la Grecia, che non svolge con pienezza quel ruolo nella prevenzione e nel contrasto dell'immigrazione clandestina». Inutile, in quest'ottica, ideologizzare le questioni: la legge Bossi-Fini non c'entra. Per Mantovano è necessario «riproporre con forza in ambito comunitario il tema della pari responsabilità dei Paesi dell'Unione nel contrasto all'immigrazione clandestina».

Mantovano ricostruisce, scompone e analizza la tragedia di Santa Maria di Leuca: «Dai primi interrogatori dei sopravvissuti al naufragio, emerge la partenza su una imbarcazione in vetroresina dalle coste turche, in vicinanza del porto di Smirne, le difficoltà di questa imbarcazione nelle acque territoriali greche, la sostituzione di questa imbarcazione con un gommone in acque greche con l'intervento di criminalità operante in quella zona. Il secondo scafo - spiega il sottosegretario - sarebbe stato condotto da due greci, uno dei quali è stato arrestato in Italia».

Ecco perché riproporre critiche alla Fini-Bossi non serve. Perché la legge è solo un «tassello di una strategia più ampia al cui interno vanno situati i contatti con i paesi di origine». Il sottosegretario fruga nei ricordi di un passato recentissimo. «Penso all'Egitto con il quale un anno fa c'erano enormi problemi per quanto passava dal canale di Suez, problemi che oggi non ci sono perché - rileva Mantovano - le carrette del mare cariche di clandestini quando si avvicinano al canale vengono fermate e dall'Italia partono i charter che riportano i clandestini nei paesi di origine».

Il governo, ad ogni modo, sta lavorando al decreto interministeriale anti-trafficanti. «Un provvedimento, a cui manca ancora qualche particolare - chiarisce Mantovano - ma che una volta definito consentirà di razionalizzare e migliorare il coordinamento delle forze in campo per arrivare alla cattura degli scafisti. Lo scopo è rendere più efficace il soccorso in mare e non certo quello di impiegare navi da guerra contro i clandestini».

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