ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:     Cronaca di Lecce     Pag.     89 )
Martedì 8 novembre 2005

Gianfranco Lattante

Ieri mattina, alla presenza del sottosegretario Alfredo Mantovano, è stato rinnovato il protocollo tra gli istituti di credito e le forze dell'ordine

 

 

L'accordo funziona, rapine in banca dimezzate

Saranno potenziati i sistemi di videoregistrazione


 

Sono in calo le rapine in banca. Negli ultimi due anni si sono dimezzate. Da quando cioé gli istituti di credito hanno firmato il protocollo con le forze dell'ordine e la Prefettura il numero delle rapine è andato calando. I dati sono eloquenti. Nel 2003 ci sono stati 48 colpi. Poi è arrivato il protocollo d'intesa. E le rapine sono passate a 26 nel 2004. Dall'inizio dell'anno ad oggi se ne contano 23. Ieri quel protocollo, alla presenza del sottosegretario Alfredo Mantovano, del prefetto Gianfranco Casilli, del questore Giorgio Manari, dei comandanti provinciali di carabinieri e Guardia di Finanza, i colonnelli Luigi Robusto e Michele Dell'Agli è stato rinnovato. Per altri due anni gli istituti di credito salentini, insieme con l'Abi, l'Associazione delle Banche italiane, s'impegnano a proseguire la collaborazione con le forze dell'ordine per contrastare rapine e furti.

«I dati sull'andamento delle rapina sono la testimonianza che i protocolli firmati sul piano nazionale e poi nelle varie articolazioni territoriali non sono soltanto parole e buone intenzioni - spiega il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano - Ma si tratta di impegni che vengono assunti, che vengono concretizzati e che danno dei risultati importanti.

L'abbattimento delle rapine deriva dal lavoro svolto sul territorio dalle forze di polizia ma deriva anche dall'attivazione di misure da parte degli istituti di credito che si inserisce in quel quadro di sicurezza sussidiaria e di partecipazione alla sicurezza dei diretti interessati». Il protocollo d'intesa prevede il potenziamento dei sistemi di videoregistrazione in tutte le banche (estendendoli, magari, anche all'esterno) e l'avvio di una attività di informazione-formazione dei dipendenti. Si potrebbe fare ancora di più se dal garante della privacy arrivasse il via libera per l'applicazione del sistema biometrico che permette di «registrare» l'iride di coloro che entrano in banca. «Le banche investono già tanto per sicurezza - ha ribadito Marco Iaconis, referente Abi per la sicurezza - Occorre però sfruttare al meglio i sistemi che offre la tecnologia e bisogna istruire il personale sul comportamento da tenere in caso di rapina».

E l'Abi, insieme con polizia e carabinieri, ha realizzato una guida che spiega ai bancari cosa fare anche per prevenire le rapine. Basterebbe, infatti, segnalare movimenti sospetti sia all'interno che all'esterno delle filiali (perché il rapinatore fa sempre un sopralluogo prima di agire) e poi è necessario mantenere efficienti i sistemi di videoregistrazione. «La novità di questo protocollo - aggiunge il Sottosegretario - consiste nella individuazione in ogni sede di banca di un referente fisso che sia l'interlocutore diretto delle forze di polizia nella necessità di una verifica almeno annuale del funzionamento degli impianti.

E, in generale, un rapporto più stretto con la prefettura e i presidi di polizia. La prospettiva di coinvolgere i privati nel limite delle loro competenze per l'attività di sicurezza è quella vincente». Negli ultimi anni sono cambiate le tecniche di assalto agli sportelli. Non ci sono più azioni paramilitari con armi da fuoco e motopale utilizzate per sfondare i vetri blindati. E tanto perché le banche non rientrano più negli obiettivi della criminalità. L'entità del bottino è sempre meno consistente. E ad agire, di solito, sono malviventi di bassa lega, quasi sempre armati di un temperino.



 

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