ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:    IN PRIMO PIANO     Pag.     6 )
Sabato 5 marzo 2005

ALFREDO MANTOVANO*

 

 Vendola, i comunisti e la proprietà privata


 

Oggi ho guardato con attenzione una parte della mia biblioteca che contiene libri che non consulto da tempo. E ho recuperato un testo impolverato: non lo sfogliavo da anni. Vi ho trovato questa frase: “I comunisti possono riassumere la loro dottrina in quest’unica espressione: abolizione della proprietà privata”. E’ una espressione che sovrappongo a quella, più recente, che tutti abbiamo letto sul Corriere della sera di giovedì: “la mia è (…) la critica materiale dell’ineguaglianza e dell’alienazione, che hanno assunto le forme della globalizzazione ma portano ancora il nome terribile del capitalismo. E la base da rimuovere sono i rapporti di proprietà. Certo: la proprietà non si può abrogare per decreto. Ma è un obiettivo.”

Questo è ciò che ha detto Bertinotti, ripetendolo a margine del congresso di Venezia; la prima citazione è invece tratta dal Manifesto del partito comunista di Marx e di Engels. Qualche commentatore è prodigo di giustificazioni, del tipo: Bertinotti è leader di un partito che si chiama Rifondazione comunista, ed è ovvio che ad apertura di congresso parli da comunista. Mi permetto di osservare: non interessa perché lo fa; interessa quello che dice; interessa il riferimento in termini di attualità a un punto qualificante del pensiero e della prassi comunista, tanto da costituirne, secondo Marx, la sintesi. E, nonostante i tentativi di edulcorazione dell’on. Vendola, per i comunisti non è un tema da mera declamazione: nei Manoscritti economico-filosofici del 1844 Marx scriveva che “per sopprimere l’idea della proprietà privata basta completamente il comunismo ideale. Ma per sopprimere la proprietà privata reale occorre un’azione comunistica reale.” Ciò che è accaduto in decenni di comunismo realizzato.

Oggi invece accade che un esponente qualificato di Rifondazione comunista si propone al governo di una regione come la Puglia e nel congresso del partito tale esponente sia presentato come una sorta di apripista: la prova della definitiva legittimazione del medesimo partito a esprimere ministri in un ipotetico governo nazionale. Ciò avviene contestualmente alla rivendicazione di un caposaldo del comunismo come l’abolizione della proprietà privata; è una mera rievocazione romantica, come sostiene qualche imbarazzato alleato dell’Unione? E’ sicuro che bisogna saperne di più: quando l’on. Vendola si presenterà agli industriali pugliesi (coloro che incarnano il “terribile capitalismo”) che cosa proporrà? E se è vero che la proprietà privata trova garanzia costituzionale e la regione ha limiti rigorosi di intervento in tale ambito (qualcuno a sinistra potrebbe infatti osservare che i danni che farebbe Vendola sarebbero comunque limitati), non va trascurato che, entro quei limiti, una impostazione ideologica ostile al risparmio e agli investimenti comunque condiziona l’uso e il valore dei beni. Può, per esempio, tradursi in una imposizione fiscale regionale che, senza sopprimere per intero la proprietà privata, ne limita la redditività. Soccorre in proposito Engels (Il catechismo dei comunisti), per il quale l’abolizione della proprietà privata “non potrà essere effettuata in un colpo solo” ma “solo gradatamente”, con “imposte progressive”, “imposte sull’eredità”, “graduale espropriazione della proprietà fondiaria”, “concentrazione dei mezzi di trasporto sotto il controllo dello Stato”: esattamente il contrario della politica del governo Berlusconi in questi quattro anni e degli sforzi realizzati in parallelo dai governi regionali guidati dal centrodestra.

Sarebbe interessante conoscere sul punto l’opinione degli alleati dell’Unione: dalla Margherita all’Udeur a larghe componenti dei DS, da tempo orientate verso prospettive riformiste. Anche perché nell’ottica comunista, vecchia e – in base a quanto dice il segretario del Prc – attuale, l’abolizione della proprietà privata non sta in piedi da sola: Marx ed Engels parlano contestualmente di “abolizione della famiglia”; e anche in questa prospettiva Rifondazione è del tutto coerente con la sua azione politica rispetto a ciò che scrivevano Marx ed Engels.

Concludo: a meno di un mese dal voto, interessano poco le propensioni personali e il modo di vestirsi del candidato del centrosinistra (anche se Pio XII insegnava che da come ci si veste si capisce che cosa si sogna). Interessano le proposte concrete: rispetto alla legge regionale sulla famiglia varata dal centrodestra in Puglia, che cosa intende fare l’on. Vendola se vince le elezioni? e quale sarà il modello di famiglia? quello descritto dalla Costituzione - società naturale fondata sul matrimonio – o altro, da indicare? Nell’assegnazione di un alloggio economico e popolare, conviventi dello stesso sesso saranno preferiti a una famiglia normale? Il congresso di Venezia di Rifondazione fornisce risposte chiare a queste domande. Dal centrosinistra pugliese ci si attende di capire se condivide quelle risposte e, qualora così non fosse, come farà a votare Vendola.

*Sottosegretario agli Interni


    

 

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