ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: PAESI e PAESI   Pag.     95 )
Sabato 26 Giugno 2004

Rodolfo Petrucci


 
INTERVENTI

 

 «Sovrintendenza a Lecce? Sì, ma riguardi anche i nostri beni archeologici»



 

«La rivoluzione in atto presso il Ministero per i beni culturali non può non interessare l'opinione pubblica salentina. Specie in un momento in cui si apprende che, venendo incontro alle ripetute richieste dei cittadini leccesi, ma in prima linea del sottosegretario Alfredo Mantovano e del sindaco Adriana Poli Bortone, il Ministro Urbani avrebbe finalmente consentito la istituzione di una sede autonoma della Soprintendenza a Lecce. Com'è noto, finora la sua sede, per i beni archeologici, è stata Taranto. A Bari hanno sedi le Sovrintendenze per i beni storici e per quelli artistici. A Lecce operano due piccoli "Centri operativi", le cui funzioni sono in tutto tributarie delle sedi tarantina e barese. Conosciamo le tristi conseguenze di tale condizione. Per fare un esempio, ricordiamo il braccio di ferro tra Adriana Poli Bortone e il Sovrintendente di Taranto, dott. Andreassi. E' durata anni la diatriba tra le due autorità, in conseguenza di interventi, anche di sola pulizia, negati dalla Soprintendenza tarantina sui nostri più importanti siti archeologici: l'anfiteatro e il teatro romano. I due monumenti furono abbandonati per anni alla sporcizia dalla Soprintendenza tarantina, che impediva addirittura all'amministrazione comunale di Lecce di intervenire con propri addetti, almeno per gli interventi non rimandabili. Ricordiamo che l'estate scorsa dovette intervenire lo showman Gianni Ippoliti, innamorato delle bellezze leccesi, alla guida di volenterosi cittadini, a rimuovere dall'anfiteatro spazzatura di ogni genere, che costituiva la poco nobile cornice del magnifico monumento.

Ma le problematiche di fondo, non risolte e addirittura affrontate in modo sostanzialmente avulso dalla prassi giuridica e archeologica, sono rimaste: non soltanto per quei due monumenti, ma per quelli di Roca vecchia, dove la Sovrintendenza di Taranto ha consentito lo sventramento del plurimillenario sito messapico, all'interno del quale ha autorizzato lo scavo di una "trincea" per lo scarico a mare della condotta fognaria di Melendugno. Per non parlare dell'abbandono della città di Rudiae, patria del grande nostro progenitore Quinto Ennio. Senza dimenticare l'assoluta trascuratezza per le problematiche di Porto Badisco, sito di ritrovamenti archeologici tra i più significativi per la storia dell'umanità; e l'incuria per i ritrovamenti subacquei di Santa Caterina. Un quadro insomma, quello dei beni archeologici leccesi, nell'ambito del quale la Città è costretta a subire la propria condizione di sudditanza, rispetto al centro di potere, rappresentato dalle Sovrintendenze tarantina e barese. Ne è derivata per Lecce una vera e propria paralisi, mentre le esigenze di una Sovrintendenza nel Salento leccese sono andate aumentando; di pari passo all'enorme interesse del popolo di turisti e di uomini di cultura di ogni parte d'Italia per i nostri beni monumentali. Era ed è evidente la necessità di una locale Sovrintendenza, caratterizzata in loco da un forte impegno anche nel campo del restauro, con l'istituzione di importanti laboratori, eventualmente in accordo con il Comune e la Provincia di Lecce. Specie ove si consideri che, tradizionalmente, i migliori Centri di restauro - e Lecce ha tutte le competenze per istituirne uno importante - si pongono in modo automatico per interventi in tutti quei luoghi come il Medio Oriente, i Paesi del Mediterraneo, i Balcani, ora l'Irak che, per motivi diversi, possono entrare in relazione con la nostra Città. Ora, nella quasi certa istituzione a Lecce di una sede della Sovrintendenza, vi è però il pericolo che le attribuzioni della stessa vengano limitate ai soli beni artistici e storici. In una parola, se Soprintendenza a Lecce deve essere, che essa sia completa. Che comprenda cioè la cura anche di quelli archeologici, come l'Anfiteatro, il Teatro Romano , Roca vecchia, Rudiae: i beni cioè di cui la nostra città attende il rilancio, dopo l'inizio della loro valorizzazione, avvenuto ormai molti decenni addietro. Non diciamo quando, per evitare contestazioni di apologia. Ora, di fronte all'imminenza di tale istituzione, le Autorità leccesi tutte sono avvertite. Non si lasci passare la fortunata occasione. Lecce e il Salento desiderano conservare ed esaltare le prerogative che, da qualche anno a questa parte, l'intera collettività nazionale ci sta riconoscendo. Se Sovrintendenza a Lecce deve essere, che essa sia per tutti i beni: archeologici, artistici e storici. Senza ulteriore intreccio di competenze con altre città della Puglia, che continuerebbe a frustrare il programma di rilancio che Lecce e il Salento leccese si sono posti e stanno attuando».


    

 

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