ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: CRONACHE   del  NORD SALENTO    Pag.    LECCE 7)
Martedì 1 febbraio 2005

Maurizio Rampino

Trepuzzi Ieri le riunioni in Prefettura e nella sede della Uil

 

 Omfesa, punto e a capo

Si riparte dal piano aziendale e dalla cassa integrazione


 

trepuzzi Omfesa, punto e a capo. Si ricomincia dal piano industriale dell'azienda e dalla cassa integrazione. Ieri in Prefettura, per l'ennesima volta, si sono trovati tutti d'accordo, parlamentari salentini di centrodestra e di centrosinistra, parti sociali e rappresentanti del Governo, sulla necessità di fare fronte comune per difendere i livelli occupazionali di un'azienda storica del Nord Salento. Il nodo centrale è: Omfesa vuole rimanere sul mercato e mantenere il suo piano industriale? Su questo nessuno dice nulla; in questo momento non sembra il caso di affrontare questo problema. L'unico che potrebbe dare delle risposte a questa domanda è Ennio de Leo, factotum della famiglia Pacchioni, proprietaria dell'azienda e finora latitante in tutti gli incontri. Tuttavia, va detto che De Leo si sta facendo carico di tutti questi problemi e che ha cercato, per quanto possibile e nelle sue competenze, di venirne a capo.

La parola d'ordine, per tutti, è: salvare i posti di lavoro. La delegazione salentina martedì prossimo si presenterà unita al tavolo romano e cercherà, al di là degli schieramenti, di riuscire nella «quadratura» di due cerchi: fare in modo che Trenitalia torni sui suoi passi e confermi la commessa delle 80 carrozze e convincere il Ministero del Lavoro a prorogare la cassa integrazione fino alla chiusura dei corsi di riqualificazione che la Regione Puglia dovrebbe attivare. E su questo Raffaele Fitto, nella riunione in Prefettura è stato molto chiaro: i corsi si faranno quando Omfesa chiarirà la sua posizione sul piano industriale e quando Trenitalia restituirà le carrozze all'azienda.

Alfredo Mantovano, da parte sua, dice: «L'elemento positivo in questa vicenda è la compattezza istituzionale di tutte le forze del territorio, Comuni, Provincia rappresentanti delle forze politiche». I sindacati, da parte loro, sono sulla stessa linea: Cgil, Cisl, Uil e Cisal concordano nel sostenere lo sforzo che tutto il territorio sta facendo per salvare i lavoratori e l'azienda. Ma ieri, dopo la riunione in Prefettura, la trattativa si è spostata nella sede della Uil e ha visto protagonisti i sindacati e l'azienda. Omfesa deve pagare molti arretrati agli operai e se vuole che gli stessi dipendenti continuino a lavorare deve garantire almeno una parte delle spettanze arretrate. L'accordo raggiunto prevede che tra oggi e domani l'azienda paghi almeno 50mila euro di acconti alle maestranze. Nel giro di dieci giorni, poi, Omfesa dobrebbe versare altri 300mila euro per stipendi, tredicesime e quattordicesime. Con questi soldi non riuscirà a saldare tutto, ma dimostrerà almeno la sua buona volontà. Oggi, intanto, il gip Maurizio Scardia deciderà sul sequestro dei banchi di prova nell'ambito della presunta truffa alla «488». Ma la prova più importante ci sarà il prossimo 8 febbraio a Roma.


    

 

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