ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:   ELEZIONI    Pag.     4 )
Mercoledì 6 Aprile 2005

Emanuela Tommasi

 

 

La Poli: «Le deleghe ritirate a Ripa? L’ho lasciato libero di difendere il suo lavoro»


 

Il risultato elettorale negativo apre la resa dei conti in An. Tutti cercano il colpevole della «disfatta» e ciascuno lo trova nel collega-rivale di partito. Intanto, la prima «vittima» di questa guerra intestina è l'assessore comunale Giuseppe Ripa, il quale si è visto ritirare le deleghe lunedì scorso dal sindaco Adriana Poli Bortone. Diversi esponenti del partito concordano nel dire che è stato il prezzo pagato per il sostegno dato a Saverio Congedo , "figlioccio" di Mantovano, anzicchè ad Angelo Tondo, ma il sindaco smentisce. Contraddittorie pure le spiegazioni per la perdita di consensi del partito. Di certo, all'indomani dell'esito del voto, in Alleanza nazionale tutti chiedono la testa di tutti, in un carosello di accuse e critiche, rimproveri precisi ed insinuazioni, frecce avvelenate che vengono lanciate da un angolo all'altro del partito. Per prima cosa, Congedo, pronto a riprendere le redini della federazione provinciale - cedute temporaneamente per lo svolgimento della campagna elettorale - si prepara a chiamare al suo cospetto Adriana Poli. «Immagino che il sindaco vorrà fornire al partito, prima o poi, una spiegazione di quanto accaduto, ammesso che ci sia» dice.

Al proposito, la cronaca riferisce che, lunedì scorso, intorno alle 13, Giuseppe Ripa è stato chiamato dal segretario generale del Comune per essere informato del fatto che il sindaco gli aveva ritirato le deleghe assessorili agli Anziani e ad altre tematiche sociali. Tanto era stato precisato in una comunicazione scritta in cui, dopo averlo ringraziato per la disponibilità data, il sindaco faceva sapere a Ripa che così, da semplice imprenditore, avrebbe potuto difendere meglio i suoi interessi. «Ho letto sui giornali della polemica in materia commerciale» spiega, a parte, l'onorevole Poli, facendo riferimento a presunte plance ed affissioni abusive che fecero notizia qualche settimana addietro. «In quella circostanza l'assessore Ripa fu così corretto da mettere a disposizione la sua delega - continua - perchè, mi sembra giusto, viene prima il lavoro e poi la politica. Ho lasciato passare la campagna elettorale, dopo di che l'ho lasciato libero di difendere il suo lavoro, niente di più». E la pubblicità fatta per Congedo? «Non c'entra - risponde - E' stata una sua scelta. D'altra parte, chi doveva sostenere se era espressione di quel gruppo?».

Ma nel partito ci sono pensieri diversi. Per Mario De Cristofaro, «è opinione diffusa che sia stato un atto di ritorsione. Se così fosse, non sarebbe una bella cosa, ed io mi auguro proprio che non sia così. Però, non posso non prendere atto che un assessore viene dimissionato a votazioni ancora in corso, prima ancora della chiusura dei seggi. Sono solidale con Ripa e aspetto di conoscere le motivazioni di quanto accaduto». Congedo ribadisce che «le ragioni della decisione sono del tutto misteriose», anche perchè, aggiunge, «se il sindaco dovesse applicare lo stesso metro per gli altri assessori, la giunta risulterebbe dimezzata. Naturalmente, non voglio credere alle voci dei maligni che dicono che l'unica colpa sia stata quella di aver sostenuto un candidato piuttosto che un altro». Per Congedo è prematuro parlare dell'eventuale richiesta di reintegro di Ripa nell'esecutivo. «Cercheremo prima di comprendere le ragioni» aggiunge. Intanto, il sindaco precisa di non sapere, al momento, se ci sarà qualcuno che potrà prendere il posto di Ripa. C'è da aggiungere che il diretto interessato non intende commentare quanto accaduto.

Tornando alle considerazioni fatte dai colleghi di partito, Roberto Tundo dice di non conoscere il "caso Ripa" ma la questione gli sembra «una ripicca, non una considerazione politica, che si inserisce in un clima avvelenato in An». E qui si apre la lunga sequela di "tua culpa". Tundo se la prende con i vertici del partito locale e nazionale. «C'è stato un calo di interesse da parte dell'elettorato perchè abbiamo dato la dimostrazione che i candidati che si scontravano fossero Mantovano ed Adriana Poli - dice - con un gioco di colpi alti, colpetti bassi e dispettucci che ci ha indebolito. A Lecce il clima è stato irrespirabile. La ricerca delle preferenze ha rafforzato i candidati ma ha indebolito il partito, con un risultato estremamente deludente per An». Poi, un'altra stilettata. «Non si parla più nelle scelte che contano - denuncia Tundo - Non ci siamo parlati in occasione delle Provinciali, l'anno scorso, quando Congedo disse "decido io" e si fece le liste da solo; non si è parlato in queste elezioni. Noi dirigenti nazionali, per esempio, abbiamo appreso dalla stampa della nomina del commissario di garanzia del partito (Gerardo Filippo, ndr) - fa sapere - Tutte alchimie elettorali, fumo negli occhi: poi mi dovranno spiegare cosa ha fatto».

Un'altra ragione della sconfitta del partito viene attribuita ai ritardi nella composizione delle liste. «Abbiamo individuato molti candidati all'ultimo momento - fa sapere Tundo - Anche se si è trattato di persone bravissime e generose, come potevano ottenere buoni risultati in 25 giorni di campagna elettorale? Non è sufficiente la disponibilità dei candidati a creare una lista competitiva. Una lista più forte sicuramente avrebbe fatto scattare un altro seggio in consiglio regionale». C'è un richiamo pure per i vertici nazionali. «Fini si deve svegliare - dice - Il partito delle piazze è diventato il partito degli alberghi. Qui ci vuole un chiarimento in ogni sede». Non è nuovo il dissenso di De Cristofaro con l'impostazione politica del partito nazionale che rinnova in questa circostanza. «Paghiamo errori strategici fatti da Gianfranco Fini - sottolinea - Deve scegliere, con umiltà, se fare il ministro e lasciare il partito oppure tornare al partito e lasciare le sue incombenze. E' ignobile che sia stata fatta una campagna elettorale senza che il leader del partito abbia fatto un solo comizio».

Adriana Poli Bortone, a sua volta, lancia accuse a destra e a manca, in alto e in basso. «C'è una grande sofferenza nel partito per la mancanza di una guida politica - dice lasciando aperta la duplice lettura della denuncia a livello locale e nazionale - Ho fatto attivamente campagna elettorale e negli ultimi due mesi ha sentito in giro l'esigenza, da parte della base del partito, di ritrovarsi intorno ad una reale guida politica che sia unitaria nei fatti, anzi, comunitaria. Dobbiamo restituire ad Alleanza nazionale tutto quanto quel grande patrimonio di destra come chiedo, sgolandomi, da sei anni a questa parte». «Noi dobbiamo rappresentare un valore aggiunto - continua il sindaco - Anzi, noi siamo il partito che può rappresentare il valore aggiunto, ma non possiamo continuare a mettere il segno meno davanti al simbolo di An, anche in Puglia quando ci sono le condizioni per un buon risultato».

L'accusa celata, ma non troppo, è ad Alfredo Mantovano in qualità di coordinatore regionale di Alleanza nazionale. Poi, un riferimento ai "nemici intestini". «Io non ho mai fatto problemi all'interno del partito - fa sapere - perchè per me il partito è uno. Questo me lo ha insegnato Almirante quarant'anni fa quando ho iniziato a fare politica, e gli avversari li ho sempre visti fuori dal partito, mai all'interno. Poi, si potranno scegliere uno o due candidati, ma questa è altra cosa». Quanto al suo candidato, Adriana Poli sottolinea che «Tondo, per la seconda volta, si è confermato il primo degli eletti di tutti i partiti a Lecce. Questo è l'unico dato oggettivo che riconosco». Ma Congedo è pronto a sollecitare un confronto interno «che dev'essere schietto per comprendere anche le ragioni di alcune posizioni che non sono state comprese. Se tutti avessero dato il proprio contributo non solo a sostegno dei singoli candidati ma anche della presentazione di tutta la lista, probabilmente il risultato sarebbe stato diverso». Anche per questo, Congedo fa sapere di non accettare critiche «da chi si disimpegna o si deresponsabilizza dall'impegno». Ma il confronto servirà anche a capire e fissare altri meccanismi. «Dobbiamo riadattare il partito alla nuova esperienza di opposizione alla Regione» conclude.


    

 

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