ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL FOGLIO
(ANNO XI NUMERO 32  PRIMA PAGINA e pag 4 )
Martedì 7 febbraio 2006

A Carlo Vulpio

 

 

 Reciprocità, una parola ancora difficile da pronunciare per i nostri politici


 


Roma. L’uccisione in Turchia di Don Andrea Santoro coincide con i falò accesi dai fondamentalisti islamici davanti alle ambasciate occidentali sparse negli stati musulmani. Si tratta di attacchi praticati con una predilezione speciale, basta guardare alla Siria e all’Iran, per le sedi diplomatiche della Danimarca. Sono loro, i danesi, il bersaglio principale della reazione furibonda da parte di chi vorrebbe punire l’ospitalità concessa ai vignettisti che hanno ironizzato sulla figura di Maometto. Mentre il linguaggio dell’intolleranza religiosa si esprime con sassi e bombe molotov, il premier britannico, Tony Blair, esprime la propria solidarietà e il “pieno sostegno alla Danimarca e al premier danese Anders Fogh Rasmussen”.

E in Italia? Una parte della classe dirigente italiana prova a distogliere la propria attenzione dal confronto pre elettorale. Il premier Silvio Berlusconi ha scritto una nota ispirata al dialogo: “Con la precisa volontà di non cedere all’intolleranza, continueremo a lavorare per tenere vivo il dialogo fra le religioni e fra le civiltà, per isolare e per sconfiggere la violenza e la sua predicazione”. Il ministro degli Esteri Gianfranco Fini (An) è andato in televisione e ha usato parole molto convincenti su una vicenda che nasce con il pretesto dell’oltraggio satirico e lievita secondo il modello di un’aggressione antioccidentale: “Mi rifiuto di pensare – ha detto Fini – che in Siria certe manifestazioni che sfociano in assalti non siano tollerate dalle autorità. Mi assumo la responsabilità di quel che dico: la Siria rappresenta oggettivamente un pericolo”. Interpellati dal Foglio sul significato di una categoria culturale semplice e grave come quella di “reciprocità”, altri esponenti politici di centrodestra e di centrosinistra si sono espressi in questo modo. “Bisogna che i popoli musulmani imparino le regole della democrazia e accettino aspetti che possono dare fastidio come la satira”, è il commento di Maurizio Gasparri (An), il quale crede che “il nostro modello di società non sia superiore in assoluto, ma migliore sotto il profilo delle libertà ”.

Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano (An) auspica una “presa di posizione dell’Unione europea. Il problema della reciprocità va posto, se ci deve essere rispetto per una confessione religiosa deve esserci in Europa come in Egitto, in Siria. E la reciprocità deve essere posta come obiettivo, in caso di risposta negativa occorre valutare una varietà di soluzioni politiche per ottenerla”.

Per Forza Italia parla Angelino Alfano, coordinatore regionale in Sicilia: “Il principio di reciprocità che è alla base delle relazioni internazionali va sempre conciliato con quello di civiltà. Certamente non si può essere simmetrici con popoli che entrano in una chiesa e inneggiano ad Allah e ammazzano un sacerdote. Non è facile immaginare un’imminente reciprocità sotto il profilo dei diritti e delle libertà di uomini e donne”. Infine: “La reazione del radicalismo islamico è da condannare, mi associo alla posizione di Blair”. Il vicepresidente del Parlamento europeo Mario Mauro (FI) sostiene che dietro le aggressioni alle ambasciate occidentali ci sia “un intento politico” e un “uso strumentale della religione”. Mauro dice che le reazioni si sono scatenate “dopo le elezioni in Palestina e dopo la vittoria di Hamas, quando l’Unione europea ha detto che gli aiuti all’Anp sarebbero stati subordinati alla cessazione delle violenze di Hamas e al riconoscimento di Israele”.

Per Mario Baccini (Udc), ministro della Funzione pubblica, “occorre fare tutto ciò che è in nostro potere per applicare il concetto di reciprocità con gli stati musulmani. Non è solo una questione di tipo religioso, non parliamo soltanto di libertà di culto. E’ in atto un’aggressione culturale inaccettabile contro l’occidente. E l’occicdente deve pretendere dai dirigenti politici dei paesi islamici una risposta immediata per la salvaguardia dei diritti fondamentali e della libertà d’espressione”.

Nel centrosinistra, interpellato dal Foglio, il deputato dei Ds Giuseppe Caldarola si dice “convinto di una cosa: non possiamo lasciarci intimidire da quella che può essere giudicata come un’operazione di manipolazione delle masse arabe”. Caldarola fa appello alla ragionevolezza degli intellettuali arabi che lavorano in occidente: “Ci si chiede se chi produce cultura e gode di libertà legittime in Europa non debba esporsi in maniera concreta anche nel proprio paese. Un segnale importante verso una futura reciprocità – conclude – sarebbe quello di poter addirittura inviare un giorno ambasciatori donna nei paesi arabi”.

Per Enzo Carra della Margherita, “certe persecuzioni non sono terminate con la caduta del muro di Berlino. Dunque serve maggior protezione per le missioni religiose nel mondo”. Quanto al discorso sulla violenza antioccidentale, la premessa è che “a volte non bisogna svegliare il can che dorme. Dopodiché, mi preoccuperei soprattutto di due cose: fare in modo che l’Europa recuperi le proprie radici e reagisca in modo tempestivo e unitario così come hanno fatto e fanno ancora Stati Uniti e Gran Bretagna; e ragionare sui numeri dell’immigrazione per valutare la necessità di difenderci culturalmente dall’opa islamica nel nostro territorio”.


    

 

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