ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:    IN PRIMO PIANO     Pag.    3)
Giovedì 22 ottobre 2004

Antonio Castaldo Lorena Saracino

 

 

 «Non mercenari, ma ostaggi dei terroristi»

Sammichele si ribella, la famiglia di Cupertino reagisce al giudice: «Non si può giustificare un rapimento e un omicidio»


 

BARI - Sammichele è sotto choc. Ancora una volta. Umberto Cupertino e gli ex ostaggi rapiti in Iraq accusati di essere mercenari al servizio del le forze della coalizione.

La rivelazione emerge dall'ordinanza del giudice per le indagini prelimi . nari del tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, emessa nel l'ambito dell'inchiesta sull'arruolamento dei body guard italiani. «Erano dei veri e propri fiancheggiatori delle forze della coalizione - si legge nel provvedi mento - e questo spiega, se non giustifica, l'atteggiamento dei sequestratori nei loro confronti». Ma la ricostruzione del Gip di quanto sarebbe accaduto in Iraq comincia già dalla prima dell'e nove pagine che compongono l'ordinanza, quando, sintetizzando i dati posti alla sua attenzione, scrive: «Invero, le indagini hanno consentito sinora di accertare che era effettivamente vero quanto ipotizzato subito dopo il sequestro dei quattro italiani in Iraq, che essi erano sul territorio di quel Paese in veste di mercenari o, quantomeno, di gorilla a protezione di uomini di affari in quel martoriato Paese». Questa conclusione il giudice la trae anche dopo aver fatto una serie di valutazioni sulla società attraverso la quale sarebbero stati fatti gli arruolamenti: la Presidium corporation, che il gip definisce senza mezzi termini «un centro di addestramento ed arruolamento di mercenari».

La misura cautelare, richiesta dal procuratore aggiunto Giovanni Colangelo, vietava l'espatrio a Giampiero Spinelli, trentenne di Sammichele di Bari, indagato perché avrebbe arruolato tre persone (Maurizio Agliana, Forese Dridi e lo stesso Cupertino). Ma lunedì scorso, dopo il ricorso presentato da Carlo Taormina, nominato come legale del giovane sammichelino, il Tribunale del Riesame ha annullato l'ordinanza. E sol tanto ieri ne èstato reso noto il contenuto. Con un immediato e violento seguito di reazioni.

A cominciare da quelle dei tre ostaggi sopravvissuti ai 56 giorni di prigionia trascorsi in Iraq. Le parole del magistrato (che poi chiarirà le sue reali intenzioni) bruciano. Soprattutto quella frase: «Spiega, se non giustifica, l'atteggiamento dei sequestratori». Come se si potesse giustificare la cieca follia del terrorismo.

Il più duro è Maurizio Agliana, il gigante di Prato, che pensa di andare fino in fondo contro il magistrato. Mentre il mite Umberto Cupertino commenta: «Non c'è nes suna giustificazione sul fatto che venga tolta la libertà ad uomo, come èsuccesso a me. E nessuna che giustifichi l'omicidio di Quattrocchi».

Il fratello di Umberto, la fidanzata Francesca, cadono dalle nuvole. «Mercenari? Non mi risulta nulla di tutto questo, non mi sembra possibile...», sono le parole di Francesco Cupertino.

Ma anche in quel paese di 7mila abitanti, a pochi chilometri da Bari, l'atmosfera è di sgomento. L'ex sindaco, Antonio Madaro, che ha vissuto i momenti difficili della liberazione degli ostaggi commenta: «Da quello che mi risulta il tribunale del Riesame ha dato torto al magistrato. La Presidium non aveva sede a Sammichele, for se faceva capo solo ad un telefonino di un sammichelino. Ma nessuno in paese ha mai pensato che qui ci fosse un covo di spie. Erano ragazzi, tutti amici, sì, esperti di arti marziali che non trovavano lavoro. Tutto qui». Più sorpreso ancora il nuovo sindaco di Sammichele, Filippo Boscia. «Guardi, la comunità è molto meravigliata, glielo assicuro. Questo è un paese tranquillo, niente droga, i ragazzi possono ancora giocare per strada, ci conosciamo tutti. Se davvero i fatti rispondono a verità è una sorpesa per tutti: credo che il paese non ne abbia mai avuto cognizione». E continua: «Qui ci conosciamo tutti siamo settemila anime, anche i miei figli non hanno avuto alcuna percezione di tutto questo. E di quei ragazzi cosa si può dire? Che erano un pò palestrati. Ma guardi, io stesso non ho preso coscienza di questa cosa che mi sembra troppo grande per un paese come il nostro».

Ma che spiegazione c'era per le loro partenze così misteriose? «Era chiaro a tutti. Non erano dei tecnici, non andavano a fare i manovali, non erano in organizzazioni umanitarie - spiega Vita Savino ex consigliere comunale di Rifondazione - Lo stesso Spinelli, anche in questi giorni non fa mistero di voler andare al più presto in Brasile dove ha una ragazza».

«Ma non è vero. Non hanno mai detto dove andavano - rimbecca il sindaco - noi sapevano che erano a Roma o a Genova per fare qualche lavoretto. Se le cose, però, dovessero veramente stare come il magistrato ha detto, beh, bisognerà interrogarsi. Forse ci sono responsabilità di tutti noi che la mancanza di lavoro non può giustificare. Non è una bella storia».

Sulla vicenda sono intervenutinumerosiesponenti politici. La maggioranza parlamentare ha espresso parole di condanna nei confronti del giudice barese, così come ha fatto il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, secondo il quale la «qualifica» di mercenari attribuita agli ostaggi «non ha bisogno di commenti».


    

 

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