ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:  CRONACHE    Pag.   16  )
Mercoledì 16 ottobre 2002

Roberto Zuccolini

Si aggiungeranno alla sanatoria. Mantovano li aveva presentati come «valvola di sfogo» contro i clandestini

Pronto il decreto, via a 20.500 nuovi immigrati
I flussi per il 2002 alla firma del premier. Elenco speciale per i lavoratori qualificati e gli italo-argentini


 

Si era detto che, almeno fino alla fine dell’anno, non sarebbero entrati nuovi immigrati per vie regolari. Perché c’era la sanatoria in corso e quest’ultima avrebbe «assorbito» la domanda di manodopera straniera dell’Italia. Invece si è scoperto che di extracomunitari c’è ancora bisogno, anche perché le domande di regolarizzazione (che pochi giorni fa, secondo il governo, erano 300 mila) sistemano il passato, non il futuro, chi è già presente, non chi deve venire. Così si è deciso di scrivere il decreto flussi del 2002. Il provvedimento fissa i nuovi ingressi consentiti prima della fine dell’anno ed è pronto: Berlusconi potrebbe firmarlo nelle prossime ore (è un decreto della presidenza del consiglio dei ministri). Riguarderà 20.500 immigrati, più o meno la stessa cifra indicata da Alfredo Mantovano circa un mese fa. Ed è in qualche modo una vittoria del sottosegretario dell’Interno. Che di fronte alle proteste della Lega spiegò che questa era una necessaria valvola di sfogo per rispondere alla pressione esercitata sui nostri confini e che si sarebbe potuta attuare in uno spirito di «collaborazione» con i Paesi disposti a «controllare» i flussi migratori verso l’Italia. Le cifre del decreto confermano la strategia. Con qualche novità.

La quota del 2002 stabilisce, infatti, che i nuovi 20.500 ingressi dovranno essere suddivisi in questo modo. Duemila saranno destinati a lavoratori autonomi «altamente qualificati», e cioè ricercatori, imprenditori, liberi professionisti, collaboratori coordinati e continuativi, amministratori di società non cooperative e artisti. Insomma, una sorta di élite dell’immigrazione. Si affiancano a questi ingressi i 500 che potranno entrare in Italia perché «dirigenti»: lavoratori subordinati, anche loro «altamente qualificati».

Seguono le divisioni fra Paesi. La porzione maggiore quest’anno è rappresentata dagli argentini di origine italiana (almeno un genitore discendente da italiani fino al terzo grado): saranno in 4 mila a poter fare domanda presso le nostre autorità consolari. Tremila saranno gli albanesi, 2 mila i tunisini, 2 mila i marocchini, mille gli egiziani e i cittadini dello Sri Lanka, 500 quelli della Nigeria e i moldavi. Infine, soprattutto per le richieste dell’agricoltura, sarà concesso il permesso ad altri 4 mila lavoratori stagionali.

E’ prevedibile che il governo, già da oggi a Tunisi, nella riunione con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo a cui partecipa il ministro del Welfare Roberto Maroni, sfrutterà la carta del decreto per stringere nuovi patti di collaborazione con le nazioni che presentano un alto numero di candidati all’emigrazione. Mentre il calcolo dell’incidenza della sanatoria in atto sulle quote dei nuovi ingressi, richiesta dalla Lega, andrebbe ad incidere sul decreto per il 2003. L’esatto numero delle persone che saranno regolarizzate, infatti, sarà noto solo fra mesi. Si prevede comunque che, per le future quote annuali, il governo accetterà una media di 60-70 mila nuovi ingressi all’anno. Meno di quanti ne chiede il mercato del lavoro.


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