ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Brescia Oggi
(Sezione:     e   Pag.     )
Martedì 14 ottobre 2003

 

La proposta di Fini. Toni ancora accesi tra gli alleati

Immigrati e voto, An riunita «Lontana la crisi nella Cdl

 


Roma. «Sarà una legge molto equilibrata e molto civile», promette Gian Paolo Landi di Chiavenna, responsabile Immigrazione di Alleanza nazionale, che parteciperà oggi al vertice del partito insieme al coordinatore, Ignazio La Russa, i capigruppo di Senato e Camera Domenico Nania e Gianfranco Anedda, e i due sottosegretari all’Interno e agli Esteri, Alfredo Mantovano e Alfredo Mantica. La svolta di Fini sul voto agli immigrati per le elezioni amministrative, che ha irritato la Lega, spiazzato Berlusconi e l’opposizione, diventerà una proposta di legge entro venerdì. Sarà presentata da An sia alla Camera che al Senato e il tavolo ristretto di oggi ha il delicato compito di metterla nero su bianco, cercando di vincere le forti resistenze che ci sono anche dentro il partito.

Già si conoscono le linee guida del progetto, anche se molto resta ancora da stabilire. Si tratterà di una proposta di legge di riforma costituzionale per modificare l’articolo 48 della Carta. Landi di Chiavenna spiega che potranno ottenere il diritto di votare, ma non quello di candidarsi, gli immigrati regolari residenti in Italia da almeno sei anni. O comunque dopo un periodo di «lunga permanenza», che potrebbe andare dai sei agli otto anni, e che non è stato ancora deciso.

Gli altri criteri che consentiranno agli extracomunitari di contribuire all’elezione degli amministratori locali saranno quelli di non avere precedenti penali, di avere un alloggio e un reddito sufficiente al mantenimento della famiglia. Sarà certamente esclusa la possibilità di votare alle politiche.

Ma la discussione sul voto agli immigrati si allarga all’Europa, su iniziativa dell’Udc, partito che certamente sosterrà la proposta di legge An. Gli europarlamentari centristi hanno infatti presentato una risoluzione per chiedere all’Ue di definire una procedura comune che stabilisca le modalità d’esercizio di voto alle elezioni amministrative per i cittadini dei Paesi terzi che risiedono in uno Stato europeo senza cittadinanza.

Ma se Alleanza nazionale e Udc intendono andare avanti sul voto agli immigrati, d’altra parte respingono le accuse di voler provocare una crisi di governo. Nella Casa delle libertà, il clima sembra un pò più sereno. «Si tratta», spiega il presidente dei senatori di An Domenico Nania, «di un argomento che non fa parte degli accordi programmatici e per tale ragione non impegna nè il governo nè la sua maggioranza».

«Chi vuole provocare una crisi di governo sul tema dell’immigrazione, se ne dovrà assumere l’intera responsabilità. È lui che esce dalla Casa delle libertà, non gli altri», sostiene il ministro delle Politiche comunitarie Rocco Buttiglione, spiegando che chiunque può presentare una proposta di legge e nessuno nella coalizione è obbligato a votarla.

La Lega, però, continua ad attaccare la proposta del leader di An. «Come prevedevo, dopo pochi giorni dallo sciagurato annuncio già si inizia a parlare di voto politico per gli immigrati. Qui qualcuno sta facendo il furbo, facendo finta di non sapere che la Costituzione non distingue tipi di voto», attacca il vicepresidente leghista del Senato Roberto Calderoli. Forza Italia, in mezzo al fuoco incrociato del Carroccio e di An, frena. L’azzurra Isabella Bertolini critica il coordinatore di An Ignazio La Russa per aver parlato in un’intervista, anche a nome di Forza Italia, auspicando il sì al voto agli immigrati grazie ai voti di An, Fi e Udc, senza la Lega. «La proposta di An», dice, «non è prioritaria, con tutte le emergenze che deve affrontare il Paese sul fronte dell’immigrazione».


    

 

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