ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione: Oggi Italia       Pag.     )
Giovedì 24 novembre 2005

da Roma Pier Luigi Fornari

 

 

 Applicare la 194 Dalla sinistra spiragli di dialogo


 

Nella fitta coltre polemica della sinistra contro le richieste di una piena applicazione della legge 194 si apre qualche spiraglio di luce. Mentre la Lega presenta la sua proposta di legge di modifica della legge sui consultori. Secondo il capogruppo alla Camera, Andrea Gibelli, la scelta è dettata dal fatto che per la commissione d'inchiesta non c'è il tempo sufficiente. Tra le novità l'articolo 5 include nell'équipe del consultorio un medico obiettore di coscienza. Questo perché secondo Francesca Martini «l'obiettore può far riflettere ulteriormente una donna facendole acquisire una coscienza responsabile sull'aborto».

Intanto, a sinistra qualcuno invita a riflettere. Su il Riformista di ieri il senatore ds, Giorgio Tonini, avverte che si avrebbe torto a respingere «l'inedita opportunità di fare della 194 un terreno di incontro e di collaborazione, oltre gli "storici steccati", tra laici e cattolici». Insomma sarebbe sbagliato rispondere «vade retro!» ai volontari dei centri di aiuto alla vita, che chiedono di collaborare alle attività di prevenzione dei consultori pubblici. Intanto da un sondaggio pubblicato da la Repubblica risulta che la maggioranza degli italiani è favorevole a far entrare nei consultori i volontari del Movimento per la vita. Tant'è che il quotidiano titola una rappresentazione grafica del sondaggio "Sì al Movimento". Ma a parte questi segnali di dialogo (e di disarmo ideologico) risuona ancora corale l'invettiva contro l'Udc che ha proposto un'indagine parlamentare e contro il ministro della Salute, Francesco Storace, che ha prospettato la possibilità di una presenza pluralista nei consultori allo scopo di realizzare la tutela della vita umana prevista dalla legge.

E infatti Maura Cossutta del Pdci ripete lo slogan propagandistico «dell'attacco alla 194», che reintroduce «la cultura della colpa della colpa per le donne». La diessina Marida Bolognesi boccia l'indagine sulla applicazione della legge, perché «non serve». Per lo Sdi Maria Rosaria Manieri prospetta lo spauracchio di «un contraddittorio» consultorio, con la donna trattata come «una imputata o una eretica da convertire».

E il radicale Daniele Capezzone evoca lo spettro del «campo di battaglia». Per la diellina Cinzia Dato, poi, l'unico problema è finanziare la legge. «La abolizione della 194 non è all'ordine del giorno» replica ancora una volta Alfredo Mantovano, sottolineando però che si è verificata una banalizzazione dell'aborto di cui è simbolo la Ru 486. E il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, è sorpreso dalle critiche alla proposta di indagine parlamentare: «Non capisco come possa far paura la conoscenza della realtà». Mentre una deputata del suo partito, l'Udc, Anna Maria Leone, invita il ministro delle Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, a non «prestare il fianco alla sinistra». E proprio sulle "pari opportunità" insiste il ministro Storace: le deve garantire lo Stato, anche rispetto alla scelta di abortire o non abortire come consente la legge 194. Perciò «va rispettato il valore sociale del volontariato, a tutela della vita che nasce». «Troverà il nostro massimo sostegno», assicura Riccardo Pedrizzi, presidente della consulta etico-religiosa di An. E Marco Follini ironizza: «Tanti si propongono di guidare le armate ghibelline ma dato che non c'è un partito dei guelfi in azione, forse possiamo aggiornare questo fronte».


    

 

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