ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su AVVENIRE Giovedì 1 novembre 2001

Carlo Baroni .

INTERVISTA
Il sottosegretario invita a smorzare i toni. E a distinguere tra problemi e polemiche
«Serve un tavolo operativo»

Mantovano: alcuni giudici vivono in un mondo virtuale


MILANO Rilanciare il dialogo. Ma senza cedere ai compromessi. È la ricetta del sottosegrario agli Interni, Alfredo Mantovano.

La giustizia sembra un campo di battaglia: come se ne esce?
Trovo condivisibile l'ispirazione di fondo espressa da Rutelli. Quella che invitava ad un luogo comune di riflessione. Anche se non mi sembra adatto lo strumento che indicava: la conferenza nazionale sulla giustizia.

Lei cosa propone?
Un tavolo tecnico operativo. Composto da uomini del governo, dell'opposizione e da addetti ai lavori. Vista la tensione tra i poli sembra un azzardo... Bisogna moderare i toni. Ma non bastano i buoni propositi se non diamo vita ad iniziative pratiche, concrete. Prima di avviare un dialogo proficuo è necessario fare un'inventario dei temi più urgenti, quelli veri. E invece...

E invece?
Spesso quelli che si dibattono adesso non coincidono con i problemi della giustizia.

A cosa si riferisce?
Penso, per esempio, alla singolare teoria del complotto contro i giudici denunciata dal presidente dell'Anm, Gennaro. Anche D'Alema dice che i primi cento giorni di governo sono stati una sorta di grande amnistia. D'Alema trascura i decreti legge per contrastare il terrorismo e i disegni di legge sull'immigrazione che hanno segnato un giro di vite rispetto al passato. E trascura anche che la nuova normativa sul diritto societario ha riscosso l'apprezzamento persino da esponenti del centrosinistra come Debenedetti e dagli addetti ai lavori.

Ma altri provvedimenti rischiano di avere effetti imprevisti e imprevedibili?
Se si riferisce alle rogatorie, quelle che abbiamo approvato sono norme di civiltà in linea col resto di quanto accade nel resto dell'Europa. Questo non significa che non effettueremo una verifica dell'impatto della nuova legge. Per poi pensare ad eventuali aggiustamenti.

Sbaglia chi parla di resa dei conti della Cdl?
La legge sulle rogatorie era pendente da quattro anni. Per quale motivo la maggioranza di centrosinistra non l'ha approvata?

Per quale motivo?
È la dimostrazione che le critiche di oggi sono pretestuose.

Storace denuncia il vizio delle bustarelle.
Storace dice bene. Dire che la corruzione c'è ancora significa lanciare, ai magistrati, la sfida dell'efficienza. È questo il punto dolente. Invece di parlare dei massimi sistemi che alla gente interessano per modo di dire, meglio che i giudici, non tutti ovviamente dedichino più tempo a perseguire questi reati.

Qualcuno semplificando dice: il centrosinistra è il partito degli avvocati, il centrosinistra quello dei giudici
Spero che siano gli stessi avvocati e giudici a evitare di farsi appiccicare etichette di questo genere

E le toghe rosse?
C'è una frazione ristretta che, non da oggi, è oggetto di un certo collateralismo con il centrosinistra. E anche la tentazione di vivere in una realtà virtuale. Senza avere la consapevolezza degli effetti dei propri atti.

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