ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Avvenire
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Sabato 19 febbraio 2005

 


 

 Vincere l'isolamento per battere il racket

Da Palermo la ricetta delle associazioni: denunce e unità per non essere né eroi né rassegnati Centaro (Antimafia): tenere alta la guardia Alfredo Mantovano: lo Stato farà la sua parte ma le categorie, artigiani e commercianti, non si tirino indietro


 

Da Palermo

Lottano contro l'isolamento e la paura, ma sono ben determinati a non demordere nella lotta contro il racket delle estorsioni. All'assemblea organizzata a Palermo dalla Fai, la Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane, davanti a un'ampia platea di cittadini, è apparsa netta l'importanza della collaborazione e della denuncia per uscire dall'emergenza. «Il fenomeno del pizzo, dell'estorsione è diffusissimo - ha lamentato il presidente della commissione antimafia Roberto Centaro - e in diverse aree si è sviluppato in modo endemico. Gli sforzi della magistratura e delle forze dell'ordine sono stati eccezionali. Ma bisogna continuare a non mollare la presa e tenere alta la guardia». Centaro ha indicato come elemento positivo «il crescente impegno delle associazioni antiracket e l'aumento delle denunce delle testimonianze. La strada del contrasto al racket deve prevedere una sempre maggiore mobilitazione delle associazioni degli imprenditori».

Un'attività che porta i suoi frutti. Il commissario nazionale antiracket Carlo Ferrigno, ha ricordato che nel 2004 al suo ufficio si sono rivolti attraverso il numero verde 2191 cittadini: «Il 40 per cento era di vittime dell'usura, il 10 per cento di estorsioni». Lino Busà, presidente della Fai, ritiene che «c'è un'altra possibilità tra l'essere eroi e l'essere rassegnati: quella dell'associazionismo antiracket. Questa esperienza già sperimentata nella Sicilia orientale e a Napoli può avere successo anche a Palermo». Infatti nel quartiere napoletano di Pianura un'intera strada è stata liberata dagli imprenditori associati. E negli ultimi tre anni le associazioni antiracket e la Fai si sono costituite parte civile in oltre 40 processi, portando alla sbarra più di seicento imputati ai quali sono stati inflitti quasi cinquecento anni di carcere e due ergastoli.

A promettere l'aiuto dello Stato nei confronti di coloro che si espongono per combattere il racket è stato il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano: «Occorre un impegno in prima linea delle associazioni antiracket ma anche delle associazioni di categoria dei commercianti, degli artigiani e degli industriali che non possono tirarsi fuori dalla partita. Lo Stato, magistratura e le forze dell'ordine fanno la loro parte ma occorre che tutti facciano lo stesso per vincere l'isolamento».

Anche Tano Grasso, presidente onorario della Fai e storico leader anticket in Sicilia, ritiene possibile ricompattare «un fronte solido contro questo fenomeno». E ha citato le difficoltà riferitegli dagli imprenditori napoletani: «Mi hanno detto di avere le ali tarpate. Il racket uccide la voglia di investire».


    

 

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