ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su L'Arena
(Sezione:        Pag.     )
Venerdì 10 ottobre 2003

 

PARTITO DIVISO. Sono in calo i contrari

Alleanza nazionale s’interroga Ma lavora al disegno di legge


 

Roma . Entro la prossima settimana il gruppo parlamentare di An dovrebbe depositare in Parlamento la proposta di legge sul voto agli immigrati nelle elezioni amministrative annunciata da Gianfranco Fini. L’iniziativa, che ha spaccato An soprattutto a livello di base, va così avanti a grandi passi nonostante le polemiche. Il dissenso, comunque, cova sotto la cenere ed a dirsi apertamente contrari alla proposta del leader di Alleanza n azionale sono sempre gli stessi esponenti, come Maurizio Gasparri, Francesco Storace, Alessandra Mussolini. Mentre sembrano essere svaniti nel nulla i 60 deputati che mercoledì firmarono una lettera di protesta indirizzata a Fini e mai consegnata.

Il dibattito è in corso e non è escluso che si arrivi alla convocazione dell’assemblea nazionale del partito, sollecitata da alcuni deputati (Antonio Mazzocchi, Publio Fiori e Gustavo Selva) favorevoli al voto agli immigrati. Il coordinatore di An Ignazio La Russa, dopo un colloquio con Fini, ha tranquillizzato coloro che dissentono sostenendo che per il vice-premier «andare oltre la destra» significa puntare su una destra «con più voti, con forti radici, ma senza tabu». Ma «non è d’obbligo essere tutti d’accordo visto che non è nel programma di governo » . In An si sostiene comunque che non esiste alcuna spaccatura e che si tratta di una normale discussione su un tema su cui esistono posizioni diverse.

Nulla di grave, ha precisato il ministro Maurizio Gasparri, tanto che nella Cdl non è affatto in programma una verifica anticipata. Come ha detto Berlusconi, il voto agli immigrati non fa parte del programma di governo. E quindi, secondo il ministro, « non vincola tutti quelli che fanno parte del governo a sostenere quella proposta » . Gasparri conferma il suo no al voto agli immigrati, ma è d’accordo che una discussione ci sia su questo tema, anche se non fa parte del programma della Cdl. Ad insistere nella polemica con Fini è anche il governatore del Lazio Francesco Storace. Quando si affronta un tema del genere, è il suo parere, si deve avere poi la forza di approvare la legge. Ma la sua previsione è che ci sarà « una rapida ritirata » . Il diritto di voto per gli immigrati, sostiene Storace, può essere legato solo alla cittadinanza. Ed avverte il suo leader con una battuta: « Non posso dimenticare che ci ha portato al governo, non vorrei però che ora si incaricasse di traghettarci all’opposizione » .

Non all’opposizione, ma probabilmente fuori dal governo, è invece l’ipotesi prospettata dal vicepresidente del Senato Domenico Fisichella che è anche presidente dell’assemblea nazionale di An. Alleanza n azionale, secondo Fisichella, potrebbe decidere di uscire dal governo restando però nella Casa delle Libertà garantendo un appoggio esterno all’esecutivo.

Questo è il motivo, ha spiegato, per cui ad opporsi alla proposta di Fini sono quei settori di An più vicini a Forza Italia. I più alti dirigenti di An sono intanto schierati con il leader. A dire sì alla proposta di far votare gli immigrati è stato il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano perchè, ha spiegato, l’Italia è ormai uscita dall’emergenza clandestini. Più che nella classe dirigente il malumore in An serpeggia a livello di base. Ieri però sono diminuiti i « no » al voto agli immigrati registrati in un sito internet (www.diqualcosadidestra.it) legato alla Destra sociale: dall’80 per cento sono passati al 69 per cento. Nella polemica di queste ore si sono inseriti i gruppi extraparlamentari di destra (Ms-Fiamma tricolore e Forza Nuova) che hanno invitato i militanti di An a « ribellarsi » al loro leader Gianfranco Fini


    

 

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