ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su l' Adige
(Sezione:  Attualità         Pag.    3)
Martedì 25 Gennaio 2005

 

Molti sono preoccupati per le conseguenze: «La Corte sembra avere a cuore più le interpretazioni giuridiche che le vite umane» 

 

 Politici divisi tra «garantisti» e «rigoristi»

Il ministro Lunardi: «Sentenza ineccepibile. Anch’io avevo dei dubbi» 


 

ROMA - Il Parlamento, dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimo decurtare i punti dalla patente se chi commette l´infrazione non è stato identificato, si divide tra rigoristi e garantisti trasversali. Il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi difende la sua legge e la Gad infierisce (ma non troppo) ricordando che, durante la discussione in Aula, aveva sollevato delle perplessità proprio su quel punto. Molti nel centrosinistra ammettono, però, che la norma è «una delle poche cose buone» fatte dal governo. E si pensa già a come correggerla. Ma soprattutto si pensa a come mettere in condizioni le forze dell´ordine di fare velocemente e puntualmente le identificazioni.

«Il parere della Corte Costituzionale - minimizza Lunardi - è ineccepibile, assolutamente non va discusso nè contestato». E spiega che la sentenza della Consulta non mette in discussione l´intera norma, ma «l´unico punto sul quale anche io avevo forti dubbi». Nel centrodestra, però, non tutti sono così diplomatici. E più di qualcuno critica una decisione che mette la correttezza formale davanti alla sicurezza dei cittadini. È questo il ragionamento del ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri. «La Corte Costituzionale - attacca - sembra avere più a cuore le interpretazioni giuridiche che la vita delle persone». Per il ministro di An, il proprietario della macchina ha comunque una responsabilità. «Chi presta la propria autovettura - si lamenta - deve sapere a chi la affida perchè le auto possono diventare un´arma».

La pensa così anche il sottosegretario all´Interno, Alfredo Mantovano che spiega che in Parlamento era stata seguita una logica che «cercava di non premiare i furbi». «La sentenza - gli fa da coro il viceministro ai Trasporti, Mario Tassone (Udc) - apre un preoccupante varco attraverso il quale in troppi potrebbero tentare di passarla franca». «Prima di questa sentenza - si chiede il relatore alla Camera della legge sulla patente a punti Antonio Pezzella (An) - esisteva un efficace deterrente: molti ci pensavano su prima di commettere infrazioni, ma d´ora innanzi cosa succederà?».

«I furbi troveranno nuovi modi per farla franca» anche per Ermete Realacci della Margherita. In effetti, nella Gad, la tendenza è quella a sussurrare un «noi l´avevamo detto», senza accanirsi sulla legge. «Il governo poteva evitare una brutta figura ascoltando l´opposizione - dice l´eurodeputato della Quercia Pierluigi Bersani - visto che nel dibattito parlamentare definimmo irragionevole» quel punto. E la sentenza della Consulta è «ineccepibile» per Giuliano Pisapia del Prc e Franco Raffaldini dei Ds.

Ma per il leader dell´Italia dei Valori, Antonio Di Pietro «l´impianto della legge va salvaguardato visto che è una di quelle poche cose buone che il Parlamento ha fatto». E lo stesso ragionamento viene anche dal segretario dei Ds, Piero Fassino. Si studiano, quindi, i modi per correggere il testo. Francesco Chirilli, senatore di Forza Italia, suggerisce di ripescare un suo provvedimento che prevedeva, appunto, la decurtazione solo in caso di identificazione del guidatore.

Una prima azione andrà comunque svolta per potenziare i controlli, come chiede la Margherita con Giorgio Pasetto. Proprio in questo senso il ministro Lunardi annuncia l´avvio immediato di un tavolo tecnico fra il ministero dell´Interno e delle Infrastrutture per individuare nuove formule che permettano alla polizia di identificare in modo rapido i conducenti.


    

 

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