ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL SECOLO XIX
(Sezione:       Pag.     )
Venerdì 30 maggio 2003

Angelo Bocconetti

 

Giustizia,la frenata di Letta
Il consigliere del premier lancia l ’appello al dialogo


Roma.Silvio Berlusconi non intende retrocedere sulla giustizia. Prima dei ballottaggi e prima dell ’udienza al processo Sme il Presidente del Consiglio vuole parlare di giustizia in Parlamento.Forse per chiedere,a nome del governo, l ’istituzione della commissione Sme,forse intervenendo durante il dibattito parlamentare per l ’approvazione del cosiddetto “Lodo Maccanico ”.Un gesto tale da polarizzare l ’attenzione degli elettori alla vigilia del secondo turno delle amministrative.

Ieri,al termine del Consiglio dei Ministri,Berlusconi si è lanciato in uno sfogo contro la magistratura e contro il processo di Milano.Toni duri che Bossi,Fini,e Mantovano, che erano presenti,non avevano mai ascoltato prima.La notizia che il tribunale aveva respinto l ’ennesima richiesta di ricusazione dei giudici avanzata da Previti,e che il parlamentare di Forza Italia era stato condannato a pagare anche una multa,avrebbero provocato la reazione.Berlusconi starebbe lavorando con i suoi avvocati per mettere a punto il suo intervento (una deposizione spontanea)davanti al tribunale di Milano.

Contemporaneamete il governo lancia segnali di invito al dialogo, affidando il compito di mediazione al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.Considerato uomo del dialogo e della trattativa con opposizione ed istituzioni,Letta,intervenendo alla cerimonia di consegna dell ’Ordine al merito della Repubblica,ha detto: «Divisioni e contrapposizioni esasperate rischiano di lambire,se non addirittura lacerare,il tessuto stesso della nazione ». A chi si rivolgeva Letta?Il centrodestra è apparso spiazzato dalle parole del sottosegretario.Per il capogruppo del Senato Schifani,Letta si è rivolto alla propria maggioranza.Per il ministro Frattini di sicuro non era Berlusconi il suo interlocutore. Di sicuro Letta aveva in mente il clima infuocato che sta per ripresentarsi prima al Senato e poi alla Camera in occasione dell ’esame del disegno di legge della riforma dell ’articolo 68 della Costituzione.

Da ieri,ufficialmente,sul tavolo della discussione c ’è il “lodo Maccanico ”. O meglio,come sostiene la sinistra,il “Lodo Schifani ”, dal momento che il parlamentare della Margherita,Antonio Maccanico, l ’ha disconosciuto.Un emendamento breve che prevede la sospensione dei processi a carico delle cinque più alte cariche dello Stato.Non saranno,invece,sospese le indagini (come si leggeva in una prima stesura del testo)dopo l ’ennesimo intervento del Quirinale. Ma è veramente questa la strategia finale del centrodestra? Ieri il ministro della Giustizia,Roberto Castelli,è tornato a parlare della possibile estensione del beneficio anche per i ministri o i semplici parlamentari.«Bisogna estendere l ’immunità anche ai poveri ministri che,come me,sono oggi sotto la minaccia dell ’autorità giudiziaria » ha spiegato il Guardasigilli..Immediate le reazioni favorevoli da parte dei legali dell ’onorevole Cesare Previti.Ma è stata accolta come un cazzotto nello stomaco dall ’opposizione. «Questa è la vera intenzione del centrodestra:vuole un provvedimento che assicuri impunità e non immunità » è stata la durissima replica del segretario Ds, Piero Fassino.

Questa volta,però,Castelli sembra aver cercato una fuga in avanti, anche rispetto ai propri alleati: «Fino a che restiamo sulla sospensione dei processi a carico delle cinque più alte cariche dello Stato bene.Ma se vogliamo versioni più ampie del provvedimento,allora bisogna riflettere un po ’ di più » è la risposta di Rocco Buttiglione. In ogni caso il centrosinistra intende mettersi di traverso sia sul Lodo Maccanico sia su eventuali ampliamenti.Ieri il leader della Margherita,Francesco Rutelli ha sostenuto l ’indisponibilità propria e di tutto ilo centrosinistra a discutere del provvedimento «per insormontabili ragioni giuridiche e di contesto politico ».«Non sono riusciti ad approvare l ’indultino che aveva chiesto il papa,ora si preparano a varare l ’indultone per Berlusconi e Previti » se la rideva Willer Bordon,capogruppo della Margherita al Senato.


    

 

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