ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su    Il Sole 24 ORE
(Sezione:  IN PRIMO PIANO    Pag  2   )
Domenica 18 gennaio 2004

G.cO.

   

 

Riparte il duello fra Cdl e Ulivo


 

ROMA . Tutto come previsto da un collaudato e reiterato copione. L'inaugurazione dell'anno giudiziario nei diversi distretti di Corte d'appello è ancora una volta l'occasione per l'opposizione per attaccare la riforma del ministro della Giustizia, Roberto Castelli, e accusare il Governo di cercare una sorta di rivincita sui giudici. Per la maggioranza, invece, è l'occasione per ripetere che sono i magistrati a invadere il terreno della politica, con quella che il ministro per i rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, definisce da Bologna (si veda anche l'articolo a pag. 3) "un'overdose di polemiche".

E così i Democratici di sinistra non esitano a dire, con un articolato documento, che "questo Governo ha aperto con la magistratura italiana un conffitto senza precedenti, ha omesso ogni intervento di seria riforma preoccupato esclusivamente di interessi personali, ha tagliato risorse ed investimenti, mortificando i diritti dei cittadini e la stessa dignità degli operatori, e ha lavorato per deprimere la competitività della nostra giustizia e del nostro Paese".

Per la Margherita tocca al vicepresidente Arturo Parisi defmire "dissennate" le dichiarazioni del ministro Guardasigilli, spiegando che "il Governo, invece di sostenere un'equilibrata riforma degli ordinamenti al servizio della giustizia per tutti, dedica il suo impegno legislativo alla soluzione di problemi personali del capo del Governo". Nè è da meno il coordinatore della segreteria della Quercia, Vannino Chiti, per il quale Castelli "è un estremista". Sulla stessa linea di intransigenza sono anche i Verdi (che con Alfonso Pecoraro Scanio chiedono le dimissioni dal suo incarico di Castelli) e il Pdci.

Di diverso parere, invece, è il leader dell'Udeur-Alleanza popolare, Clemente Mastella, per il quale su riforme e giustizia sarebbe auspicabile il dialogo e non lo scontra. Ma lo scontro tra magistratura e Governo, a giudizio del presidente dei deputati diessini, Luciano Violante, è "il frutto di una cultura politica che si fonda sull' aggressione, sulla disintegrazione dell'unità nazionale, sul dileggio e sull' insulto". Mentre per il senatore diessino Guido Calvi la riforma dell' ordinamento giudiziario che si voterà mercoledì al Senato è "dissennata e incostituzionale".

Tocca poi al ministro Giovanardi, nel campo del Centro-destra, prendersela con "l' overdose di polemiche" e sostenere che "sono ingentissime le risorse in Finanziaria" per la giustizia, e "noi non vogliamo mettere sotto accusa nessuno", ma soltanto "puntare ad un nequilibrio tra i poteri dello Stato dopo le invasioni di campo della magistratura che non deve creare le leggi, ma le deve applicare". Per il vicepresidente dei deputati di Forza Italia, Isabella Bertolmi, poi, l'inaugurazione dell'anno giudiziario è stata l'occasione per uno "spot del partito delle toghe", come accade "da quando governa Berlusconi".

Per An è il sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha rappresentato il Governo nella cerimonia di Bari, a cercare di rilanciare un minimo di dialogo con la magistratura. "Le fughe non servono - ha detto dopo che i magistrati avevano abbandonato per protesta l'aula ma occorre discutere e confrontarsi sui problemi della giustizia, senza lasciare cerini in mane agli altri". Mantovano, che è stato magistrato, ha però tenuto anche a dire che "nessuno intende attentare all'autonomia ed all'indipendenza della magistratura".

Infine il vicepresidente della Camera, Alfredo Biondi, di Forza Italia se la prende con "l'autoreferenzialità, la visione unilaterale e castale della magistratura" che le fa recepire "le riforme proposte dal Governo, che si possono sempre discutere come uno stravolgimento".

 

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