ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su la Padania
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Mercoledì 2 Febbraio 2005

Sim. Gi.

Dopo l’ordinanza di Brescia, Calderoli invita Pisanu a disporre l’allontanamento 

 

 «Espellere gli estremisti “graziati”»

   


 

I kamikaze non sono partigiani o guerriglieri ma terroristi. Con questa motivazione la magistratura di Brescia ha stabilito che dovranno rimanere in carcere Noureddine Drissi e Kamel Hamroui, i due presunti estremisti islamici per i quali il gup di Milano, Clementina Forleo, nei giorni scorsi aveva trasmesso gli atti a Brescia, dichiarandosi incompetente e revocando a loro carico la misura di custodia cautelare in relazione al terrorismo internazionale. Un’ordinanza di custodia cautelare, quella emessa dal gip di Brescia nei confronti di Drissi e di Hamroui, che «fa tornare un minimo di fiducia e di rispetto nei confronti della giustizia, evitando che due soggetti del genere possano trovarsi presto in libera circolazione». E’ il sospiro di sollievo del leghista Roberto Calderoli che commenta così la decisione del gip Bresciano, Roberto Spanò. Ma il ministro delle Riforme si augura adesso che il collega «Pisanu predisponga l’espulsione immediata dei tre che invece sono stati assolti per il 90% dal tribunale di Milano e che a breve si ritroveranno in libertà».

All'indomani del caso Forleo, il ministro del Carroccio sbottò e disse: «Quella sentenza mi fa vomitare». Seguirono feroci polemiche con tutta la Lega schierata in prima fila contro una sentenza ritenuta ingiusta tanto che il ministro della Giustizia Roberto Castelli dovette promuovere un’indagine dei propri ispettori. E ora che il Gip di Brescia ha messo le cose a posto, Calderoli si sente più tranquillo: «Leggendo le motivazione del ricorso in appello della Procura milanese - dice il ministro delle Riforme - si evidenzierebbero errori nella sentenza del gup. L’uomo, e così anche la donna, in quanto essere umani, sono soggetti alla possibilità di sbagliare, con la differenza, però, che negli altri casi chi sbaglia paga e, in questo caso, invece, a pagare è la società e non loro».

Una sentenza che riporta finalmente «la legalità all'indomani della sconcertante assoluzione dei terroristi da parte del giudice Forleo», ribadisce il deputato leghista Andrea Gibelli che si dice però “sconcertato” «dalle critiche rivolte alla magistratura bresciana: meri esercizi oratori che, evidentemente, servono solo per fare un po’ di pubblicità a chi fa certe dichiarazioni».

Nel coro di soddisfazione con cui la CdL ha accolto la sentenza di Brescia anche il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano non manca di far sentire la sua voce: «E’ la conferma che le perplessità tecniche avanzate nei confronti di tale sentenza non costituivano un attacco all’indipendenza della magistratura, bensì un legittimo (e fondato) esercizio di critica», rileva Mantovano che poi aggiunge: «la repressione del terrorismo internazionale deve avere il medesimo approccio a suo tempo avuto per il contrasto della criminalità mafiosa, quando furono istituite la procura nazionale e le procure distrettuali antimafia: una magistratura inquirente, e parallelamente sezioni giudicanti specializzate (non giudici speciali), appositamente dedicate alla repressione del terrorismo, costituiscono la condizione per evitare disorientamenti e incertezze, in una materia nella quale lo spazio per l’improvvisazione va negato del tutto».

Plausi al giudice Spanò anche dal titolare del Viminale. «Questa decisione - spiega il ministro Beppe Pisanu - segue a distanza di pochi giorni una importante pronunzia della Cassazione sullo stesso argomento, concorrendo così ad attenuare il timore che possa consolidarsi l’orientamento giurisprudenziale espresso con la nota sentenza del gup di Milano». Un’ordinanza di custodia cautelare che, secondo Pisanu, «rasserena le donne e gli uomini delle forze dell’ordine che sono quotidianamente impegnati nel difficile e rischioso lavoro di prevenzione e contrasto del terrorismo di matrice islamica».


    

 

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