ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO Sabato 29 dicembre 2001

di RITA DI GIOVACCHINO

TERRORISMO

L’Europa presenta la sua lista nera
E per i brigatisti italiani non vi sarà più diritto d’asilo in alcun Paese della Ue


ROMA - Una svolta nella lotta al terrorismo della comunità europea. La Ue ha pubblicato un elenco di organizzazioni ed esponenti legati al terrorismo internazionale con la decisione concreta di congelare i beni di gruppi e persone segnalati nella "lista nera". Tra questi ci sono note formazioni mediorientali come i gruppi palestinesi Jihad Islamica e Hamas Izzedine al-Qassam, definita l’ala terroristica di Hamas, anche se l’inclusione è costata qualche discussione in seno ai 15 perché segna uno scarto rispetto alla politica mediorientale europea.

La novità è che nella lista compaiono anche organizzazioni europee come i gruppi dissidenti dell'Ira, quattro gruppi protestanti lealisti dell'Irlanda del Nord (Loyal Volunteer Force, Orange Volunteers, Red Hand Defenders e Ulster Freedom Fighters), ma anche il gruppo terrorista basco dell’Eta e 21 cittadini spagnoli sospettati di collegamenti con gli "etarras". La lista fissa anche criteri comuni di definizione del terrorismo, l'accordo per negare diritto d'asilo ai terroristi o ai loro sostenitori o ai loro finanziatori, lo scambio di informazioni fra i servizi di polizia. Decisioni che avranno conseguenze importanti anche all'interno della Ue, a danno dei terroristi di casa nostra. Soddisfatto il governo spagnolo, che ha ottenuto l'inserimento dell'Eta e di gruppi di fiancheggiatori nella "lista nera". Ma, a ben vedere, una svolta importante arriva anche per l'Italia: con l'accordo di oggi, infatti, tramonta definitivamente per i terroristi di casa nostra la possibilità di cercare «asilo politico» in Francia o in altri paesi dell'Unione. Anche se nei confronti delle organizzazioni terroristiche europee Bruxelles non ha potuto congelare i beni per via della mancanza di una giurisprudenza comune ai 15 paesi della UE.

Sono stati congelati i beni di Imad Mughniyeh, ritenuto da Bruxelles uno dei capi dell'intelligence degli Hezbollah del Libano. Nella sua stessa situazione anche altri due libanesi, quattro sauditi e un kuwaitiano. Nella "lista nera" ci sono anche i gruppi di sinistra greci "17 Novembre", le Cellule Rivoluzionarie e la Lotta Popolare Rivoluzionaria (o Ela). Incluso anche il gruppo spagnolo Grapo. Ma non è finita qui: c’è anche una lista segreta, i cui nomi sono al vaglio delle forze di polizia europee. Soddisfatto il nostro sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano: «Finalmente si esce da affermazioni generiche, la pubblicazione della «lista nera» è una svolta importante, si passa a una cooperazione effettiva contro il terrorismo. Facendo i nomi di soggetti e organizzazioni, si sono superate le incertezze e anche le ambiguità di qualche governo». E aggiunge: «Il secondo punto importante è la definizione di atto terroristico, cui hanno avorato per mesi le polizie di tutti paesi memebri. E’ un ulteriore passo avanti verso l'armonizzazione del diritto comune e processuale. Il pacchetto anti-terrorismo dei Paesi Ue è in piena sintonia con il decreto varato dal governo e poi convertito in legge quindici giorni fa».

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